Colpita da una grave crisi economica, l’ultima metà degli anni ‘70 segna una linea di demarcazione tra il periodo immediatamente precedente, caratterizzato dalla realizzazione di un vero e proprio miracolo economico, e quello successivo, in cui l’instabilità dei mercati e le varie crisi in vari Paesi del Mondo costrinsero anche la Fiera a correre ai ripari. 

Ad onor del vero questo periodo burrascoso non fu così duraturo ma indusse l’organizzazione a riflettere sulla natura della Fiera e sul suo futuro. Un evento che certamente segnò un cambio di passo importante fu la grande mostra dedicata al pittore e scultore Antonio Ligabue, che si tenne proprio nel 1983 e raccolse un unanime plauso sia dal pubblico che dalla critica. Non una novità, visto che anche le edizioni precedenti avevano ospitato numerose mostre, spettacoli e concorsi artistici, ma senza dubbio un’occasione che merita una menzione e di portata eccezionale.

Sarà nel corso di questi anni, in cui la Fiera continuerà a crescere e a svilupparsi lungo le direttrici tracciate ormai diversi anni orsono, che nasce l’esigenza di un rinnovamento. Il 1900 è prossimo a terminare e l’attesa per il nuovo millennio risveglia la volontà di adeguare la rassegna cittadina agli standard e alle aspettative di un cambio così epocale. Continuano gli spettacoli, le esposizioni di animali, di prodotti e macchinari agricoli, costante è anche la presenza del commercio e delle attività artigianali ma c’è qualcosa che non va in tutto questo, una nota che stona nella sempre apprezzata armonia della Fiera.

Il tema caldo è certamente quello gestionale: nel corso della sua storia la Fiera, a parte la parentesi della gestione da parte dell’Unione Agricoltori, è stata gestita direttamente dall’amministrazione comunale in carica mediante l’azione dei suoi amministratori e di persone dedicate a tale fine, tutte raccolte in una Commissione che verrà variamente denominata nel corso degli anni. Ciò, specie durante i periodi economicamente più instabili, ha fatto sì che le varie amministrazioni si dovessero dedicare anima e corpo per riuscire a recuperare le risorse necessarie alla sua realizzazione, curando in ogni aspetto l’offerta presentata ai visitatori. Ciò che non ha mai deluso della Fiera di Orzinuovi è stata la grande affluenza. Dice bene chi sostiene che questo evento, per la sua portata e la sua eccezionalità, è stato capace di caratterizzare la città come “capitale della Bassa”. Un ruolo che ognuno, sia esso amministratore o cittadino, ha voluto interpretare a suo modo ma che, senza dubbio, rimane un valore aggiunto di cui noi Orceani, tra una lagna e l’altra, amiamo fregiarsi. 

Il nuovo millennio porterà delle grandi novità per la nostra rassegna, la quale, “costretta” dalle circostanze, ha dovuto con una celerità mai vista prima anelare ad un costante rinnovamento. 

Leonardo Binda