Dopo aver analizzato, insieme all’ing. Lorenza Corbella, i dati di ARPA Lombardia inerenti alla situazione della qualità dell’aria in Franciacorta e nella provincia di Brescia, riprendiamo il discorso per vedere quali siano le soluzioni, i punti di vista, le proposte per il futuro, le esperienze, portate dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, delle società di servizi, del settore florovivaistico e di alcune associazioni del territorio. Il focus è cercare di capire verso quale direzione si stia andando al fine di conciliare sempre più, e sempre meglio, le attività umane con la natura affinché, uomo e ambiente, possano coesistere con modelli e modalità ecosostenibili nel rispetto del territorio in cui viviamo.

Alberto Vanoglio, sindaco di Ome è consigliere dell’associazione “Terra di Franciacorta” che, lo ricordiamo, “..è un’associazione di ventidue comuni della Franciacorta cha ha l’obiettivo di valorizzare i beni culturali e ambientali del territorio come leva per la creazione di un’economia sostenibile, che connetta la Franciacorta con altri territori a livello nazionale e internazionale”.

«Attualmente – ha spiegato – stiamo collaborando con “Fondazione Cogeme” sul progetto “Festival Carta della Terra”. I comuni associati stanno lavorando per la promozione del vino, dei beni culturali in ottica ecosostenibile; nello specifico, stiamo studiando, insieme all’Università di Brescia, un progetto per l’estensione di quella esistente e la realizzazione di una grande rete ciclabile». Un altro tema riguarda il distretto agricolo biologico che sta diventando un “distretto del cibo” sempre in un’ottica di ecosostenibilità».

Nada Forbici presidente di ASSOFLORO “Associazione Florovivaisti Bresciani”, rivolgendosi alle pubbliche amministrazioni, ha posto l’attenzione sui bandi attualmente presenti, legati al PNRR, per gli investimenti sulla foresta urbana. Sono stati stanziati 330 mln di euro, da dedicare alle città metropolitane e comuni dell’hinterland, per la creazione di boschi ed aree verdi. Il progetto “Foresta urbana” è molto importante in quanto un ettaro di foresta rimuove 8,5 chili di PM10 all’anno quando le piante sono mature, ossia quando hanno tante foglie; da qui la necessità di mantenere bene anche il patrimonio verde esistente. Oggi ci sono i finanziatori, ci sono i soldi ma in Lombardia il vero problema sono le aree. Per questo motivo, anche i piccoli interventi nelle zone minori, hanno effetti positivi sulle grandi aree urbane, andando a costituire i così detti corridoi verdi. Infine un appello in chiusura di intervento: «Chiediamo uno sforzo alle amministrazioni pubbliche per un impegno orientato maggiormente a queste politiche, perché daranno un grandissimo contributo al miglioramento della qualità dell’aria e della vita dei cittadini».

Lucio De Luca, sindaco di Azzano San Paolo (Bg), vicepresidente di ANCI Lombardia ha illustrato, con diversi suggerimenti, cosa possono fare gli enti locali per migliorare la qualità dell’aria. L’ ANCI Lombardia associa 1.400 su 1.500 comuni lombardi ed ha al proprio interno un dipartimento che si occupa specificatamente delle tematiche relative ai “servizi pubblici locali, ambiente e agricoltura”, ed è a disposizione di quelle amministrazioni che volessero studiare o realizzare interventi a favore del miglioramento ambientale.

«Tutti i sindaci – spiega De Luca – hanno a disposizione lo strumento dei regolamenti che possono utilizzare per attuare misure per il miglioramento della qualità dell’aria». Di seguito alcune delle idee e iniziative già adottate da alcuni comuni italiani. Ecco alcuni esempi: il divieto di installazione di nuovi impianti a gasolio o di combustione a biomassa, il censimento di stufe e camini presenti sul territorio, il censimento di attività che utilizzano biomasse legnose nella loro produzione, l’obbligo di utilizzo di pellet e legna certificati, l’ispezione delle canne fumarie, il divieto di utilizzo di generatori inquinanti, obbligo per i cantieri di contenimento delle polveri che si creano, divieto di accensione di fuochi e barbecue, il miglioramento dei mezzi del trasporto locale con la sostituzione con mezzi più moderni e meno inquinanti, incentivi per acquisto di bici elettriche, sviluppo delle piste ciclabili, l’incentivo della mobilità leggera, le colonnine di ricarica, ecc. La pubblica amministrazione ha il dovere di farsi promotrice di iniziative che portino ad un cambio di mentalità. L’ultima idea, promossa da Regione Lombardia con l’emanazione di una legge, è quella di realizzare le comunità energetiche; la Regione prevede che ne siano create circa 6.000 sul territorio lombardo. Il PNRR mette a disposizione risorse per la realizzazione di questi miglioramenti; per le amministrazioni comunali è un’importante occasione da non perdere».

Giancarlo Gentilini, presidente dell’agenzia TPL “Trasporto Pubblico Locale” Brescia, descrive il trasporto pubblico locale bresciano po’ come una “cenerentola” intendendo che deve sempre inseguire le esigenze del territorio sulla base di necessità di mobilità che spesso non vengono considerate in termini progettuali nella realizzazione di un sito o di un’attività.

Illustrando alcune criticità dice: «Il trasporto pubblico svolge oggi una funzione importante nell’immaginario collettivo ma, in concreto, è un servizio ridotto rispetto al potenziale che potrebbe avere; si occupa principalmente di trasporto scolastico e di persone che non hanno o non utilizzano un mezzo proprio. Tuttavia vediamo che, dove riesce a dare delle risposte di qualità, incontra il favore della cittadinanza. Un esempio è la metropolitana di Brescia che ha avuto effetti positivi anche sulla rete di trasporto urbano».

TPL sta effettuando uno studio per migliorare l’integrazione dei sistemi di trasporto: il servizio può funzionare bene solo se l’autobus si integra bene con la ferrovia, la metropolitana, le piste ciclabili, con le vie di comunicazione significative, con i centri disaggregazione, ecc. Da parte delle amministrazioni locali serve pertanto una migliore capacità di pianificazione, prevedendo sì investimenti a favore del miglioramento ambientale, ma tenendo conto anche dei costi di manutenzione, gestione e di tutto ciò che ne consegue. «La sfida oggi è quindi quella di riuscire a realizzare un servizio pubblico di qualità, confortevole, con cadenze, orari e coincidenze funzionali alle esigenze dei cittadini».  

Gentilini introduce infine il ruolo del “mobility manager”: «È una figura importante che va introdotta nei grandi comuni e nelle grandi aziende; si preoccupa di ottimizzare la mobilità delle persone e dei dipendenti, evitando sprechi e mobilitazione inutile di automezzi, razionalizzando percorsi e movimenti. Tutte le grandi realtà, come per esempio le scuole, dovrebbero averne uno e, quelle più piccole averne uno di area».

A conclusione della tavola rotonda l’intervento di Camilla Alberti presidente dell’associazione “Strada del Franciacorta”. Nel suo discorso ha raccontato la storia del consorzio nato, nel 1990, da diciannove produttori con l’obiettivo di preservare e tutelare un marchio, quello del vino; nel 2011 nasce il progetto “Terra della Franciacorta”, un percorso per promuovere e preservare il territorio, valorizzandolo, non solo per gli abitanti, ma anche per chi viene da fuori. «Oggi – spiega la Alberti – siamo riusciti ad ottenere il 77% di produzione biologica certificata; il consorzio si è dotato, inoltre, di strumentazione per controllare la produzione di gas serra delle aziende, con la possibilità di offrire consulenze specifiche da parte della facoltà di agraria dell’università e di specialisti del settore».

La “Strada del Franciacorta” è una le prime strade del vino nate in Italia e fra le più attive e conosciute. È un percorso di 80 km attraverso i vigneti e le colline di questa regione.

«Come associazione “Strada del Franciacorta” – dice sempre la Alberti – stiamo cercando di intercettare i contributi e di mappare questo percorso e le strutture per renderlo fruibile da un punto di vista ecosostenibile; in questo caso abbiamo mappato 6 percorsi ciclabili ognuno dei quali ha il nome di un vino ed anche alcuni percorsi di trekking per incentivare una mobilità “slow”. Una mobilità che sia fruibile e che consenta, lungo il tragitto, di visitare le cantine, i borghi, le dimore storiche, hotel, bad & breakfast, Stiamo monitorando anche le aziende bio e quelle che stanno effettuando la transizione e siamo in collegamento anche con aziende dell’Oltrepò pavese in un’ottica di confronto, collaborazione e stimolo».

Sicuramente una conferenza che aiuta, cittadini ed istituzioni, a fare il punto della situazione su due problematiche: quelle della qualità dell’aria e dell’impatto delle attività umane sul territorio che, mostrano sicuramente la presenza di criticità, ma ci dicono che qualcosa si sta muovendo, sia in termini di progettualità istituzionale, sia di consapevolezza da parte della cittadinanza e delle realtà produttive.

Le prime azioni messe in atto sul territorio lasciano ben sperare anche grazie ad una maggiore consapevolezza, da parte di tutti, che la Franciacorta non può continuamente essere “erosa” dalle attività umane; bisogna cominciare a pensare ad un modello nuovo di crescita sostenibile dove si metta al primo posto il rispetto dell’ambiente, per il bene di tutti, e per il raggiungimento di una migliore qualità di vita. Non c’è più tempo per le parole, bisogna passare ai fatti!!

Emanuele Lopez