Chiara è una giovane donna rovatese, molto avventurosa e sportiva – tra i suoi hobby trova spazio anche l’equi-tazione – ed ha deciso di partecipare ad una inizativa al femminile proposta dalla sua azienda (Tescoma spa) in forma di sponsorizzazione a “Corri Con Noi”, la community di corsa e camminata sportiva di Donna Moderna. 

Il progetto prevedeva una serie di allenamenti – solo al femminile – in nove città italiane: da aprile a ottobre 2019 gruppi di lettrici si sono trovate con cadenza settimanale per allenarsi e correre, sino ad arrivare ad ottobre 2019 con la sfida finale, una traversata di 50 miglia nel deserto del Sahara.

Chiara, con le altre colleghe partecipanti – Nicoletta (responsabile marketing), Daria e Rossella (ufficio Marketing e comunicazione) – ha corso e camminato tra le dune del Sahara. La sera, tutte insieme, hanno visto il tramonto che cambia i colori del deserto più bello del mondo. Sotto le stelle si sono raccontate le emozioni della corsa appena conclusa, immaginando la strada che le aspettava il giorno dopo. 

Ad alcuni mesi di distanza da questa magica avventura abbiamo incontrato Chiara, che con vivo piacere ci ha raccontato i dettagli dell’impresa sportiva.

Come è nata la sua partecipazione alla corsa nel Sahara? 

È passato più di un anno da quando il sogno di questa avventura ha avuto inizio. Ricordo bene quando se ne parlò per la prima volta, nel nostro ufficio marketing durante una riunione: “Sta per iniziare la sponsorizzazione di un progetto della rivista Donna Moderna, una serie di allenamenti con obiettivo la sfida finale, una traversata di 50 miglia nel deserto del Sahara. Dobbiamo comunicare l’iniziativa”. E io, che da un po’ di tempo mi trovavo a “fare cose come se non ci fosse un domani” risposi entusiasta: “la facciamo anche noi?”.  Mai avrei immaginato d’esser presa sul serio. E invece, un po’ per coerenza con le tante iniziative aziendali che abbiamo intrapreso durante l’anno e che hanno visto al centro le donne, un po’ per essere presenti e metterci la faccia, e perché forse cercavamo tutte un po’ di avventura, eccoci a fantasticare su come sarebbe stato questo incredibile viaggio, poi a studiare le indicazioni che ci venivano fornite riguardo al bagaglio, alle attrezzature, ai terreni che avremmo dovuto affrontare. 

C’era dell’iniziale titubanza, 80 chilometri da percorrere in quattro giorni, correndo, non sono pochi, praticamente una mezza maratona al giorno. 

Nessuna di noi aveva la preparazione atletica necessaria ad affrontare un’impresa del genere e sembrava un’idea azzardata. Inaspettatamente però, si presentò la possibilità di partecipare come walker anziché come runner, percorrendo soltanto 25 miglia e non più al fianco di maratonete abituate a macinare chilometri, ma di donne comuni – o almeno così credevo: il tempo trascorso insieme, raccontando ognuna la propria storia, mi avrebbe fatto ricredere e capire che di “comu-ne”, in ognuna di loro, in ognuna di noi, c’è davvero poco.  

La parola d’ordine che ha caratterizzato quei giorni e quelle notti? 

“Probabilmente “disagio”. Ma al tempo stesso, anche stupore e meraviglia, soprattutto al calare della notte, quando ci si trova in mezzo al nulla, senza un suono, sovrastate dalla Via Lattea che da lì si vede davvero ed è uno spettacolo pazzesco, mentre i piedi sprofondano nella sabbia finissima e ormai gelida. Il cielo mi ha regalato uno scenario maestoso e a me anche due stelle cadenti.  

Altri ricordi? 

Le città: Marrakech, vivace e così piena di contrasti, con i colori e gli odori del souk e il fermento della piazza Jemaa el Fna. 

Cosa “ti porti a casa” da questo viaggio? 

Per quanto breve, è stato un viaggio intenso che mi ha riportato lo stupore e la gratitudine per quello che mi circonda, e allo stesso tempo anche un senso di indifferenza riguardo ai piccoli problemi e contrattempi quotidiani, come se mi fossi resa conto che là fuori c’è qualcosa di talmente più grande di me, che non è il caso di affannarmi o di prendermela. Mi porto a casa questa sensazione, oltre ai panorami mozzafiato e a un po’ di sabbia del Sahara, quella uscita dalla valigia, quella su cui ho visto cadere le stelle.

Mauro Ferrari