Quanti avvenimenti, quanti fatti occorsero 100 anni fa a Montichiari: accanto alle date legate a personaggi noti che saranno celebrati in pompa magna con opportune iniziative culturali (si pensi alla morte del conte Gaetano Bonoris e alla nascita del pittore e collezionista Giacomo Bergomi) non vanno dimenticate altre ricorrenze che trovano spazio nella memoria degli storici. Un secolo fa sotto i sei colli nasceva Giuseppe Beltrami, per tutti “il giornalista di Montichiari”, figura cristallina e meticolosa scomparsa all’alba dei 60 anni di vita: non c’era evento, iniziativa, vicenda cittadina che egli non tramutasse in agile e chiaro scritto dalle colonne del Giornale di Brescia per il quale fu a lungo corrispondente. Cultore di storia del territorio, insieme alla cronaca locale trovò spazio nella sua vita l’arte della politica: fin dal Dopoguerra ricoperse in più occasioni l’incarico di assessore mettendo così a disposizione della comunità capacità, proposte, progetti. Era appassionato di arte, di cose antiche, sempre gentile nei modi ed elegante nell’abbigliamento, un “gentiluomo di campagna” scrive Valerio Isola in “Montichiari Novecento”.Impegnato pure lui nel mondo delle istituzioni nonché combattente partigiano euomo dedito alla scuola e al sociale era stato il Maestro Giuseppe Treccani, figura di primo piano spentasi a 98 anni dopo una vita trascorsa con grinta e tenacia di fronte alle avversità che il destino gli aveva messo di fronte. Sempre nel 1923 Montichiari dava i natali a Ferruccio Vignoni, il giovane partigiano a cui è intitolata la locale sezione dell’Anpi, che scelse di combattere contro il fascismo ben sapendo del rischio che avrebbe potuto correre. Così fu: catturato insieme ad altri compagni di sventura fu fucilato dai repubblichini a Cesane di Provaglio Valsabbia,all’alba del 5 marzo 1945, un mese e mezzo prima della Liberazione per la quale tanto si era speso. Parte del tronco di salice contro cui trovò la morte è custoditonel Museo Storico del Risorgimento “Agostino Bianchi”. Spaziando in altri ambiti cent’anni fa veniva convertita da “ricovero di mendicità e per vecchi” a scuola elementare l’attuale plesso Tosoni del capoluogo. Fatto costruire per volontà del conte Gaetano Bonoris nel 1891 e da lui donato al Comune, l’edificio cambiò destinazione alla sua morte consentendo di accogliere centinaia di studenti del tempo in quella che allora era ancora Piazza Trento. Di fronte quei primi alunni avrebbero visto un rinnovamento dell’antico mercato bestiame: nel 1923, infatti, veniva trasferito nel “Fondo Tre Innocenti”, l’ex Foro Boario, il mercato dei bovini mentre in piazza sarebbero rimasti quello dei cavalli, del pollame e delle uova con la costruzione di due diverse tettoie a otto campate l’una. Frattanto, in quel di Palazzo Tabarino, sede del Comune, subentrava in qualità di sindaco Ugo Baratozzi, medico mantovano operante agli Spedali Civili di Brescia, a cui spettò il compito di guidare il paese anche nel ruolo di Podestà. Già presidente dell’associazione Combattenti di Montichiari, durante il suo mandato (nel 1924) venne concessa la cittadinanza onoraria al Duce che segnò di fatto la fascistizzazione dell’antico e grosso borgo che dir potrebbesi città’.

Federico Migliorati