Morta di ebola nel ’95 in Congo, all’età di 59 anni, suor Elvira Ossoli (nella foto) di Orzivecchi è stata fatta “Venerabile” dal Papa Francesco il mese scorso e per lei diventa sempre più breve il cammino verso la beatificazione.

Il 17 marzo il papa Francesco ha autorizzato i decreti che riconoscono le virtù eroiche esemplari di questa suora, nata il 26 agosto del 1936 a orzivecchi e morta a Kikwith, nella Repubblica democratica del Congo il 23 maggio del 1995.

Nel 2014 è iniziata per lei la causa diocesana verso la beatificazione.

Dapprima è stata riconosciuta come “Servo di Dio”.

Successivamente la procedura è stata trasmessa alla Congregazione delle cause dei Santi e in base alla prassi è spettato al Papa attribuirle il titolo di “Venerabile”.

Adesso si potrà procedere con la causa di beatificazione.

Dopo la proclamazione di “Beata”, le fasi di canonizzazione della chiesa cattolica, prevedono il titolo di “Santa”. Molto orgogliosi gli abitanti di Orzivecchi, dove c’è una via che parla ancora di lei. C’è pure un cippo, sulla strada della Pieve (nella foto), che la ricorda.

E poi un libro, il cui ricavato è andato in beneficenza alle suore Poverelle, pubblicato 7 anni fa dall’orceano Pierino Bordiga, dal titolo “Poesie e ricordi”.

Questo libro è dedicato a lei e alle altre 5 suore Poverelle che persero la vita con Anna Elvira in Congo, uccise dal virus dell’Ebola.

Ma soprattutto Anna Elvira vive ancora nel cuore degli abitanti del suo paese, da dove se ne andò per seguire la chiamata del Signore all’età di 19 anni.

Suor Anna Elvira a Orzivecchi ha vissuto la suo gioventù, amata e ricordata con grande affetto da chi la conobbe e trascorse con lei gli anni dell’adolescenza.

Poi la vocazione e la scelta coraggiosa di entrare nel-l’ordine delle Poverelle per aiutare i bisognosi.

Per far questo studiò da infermiera professionale presso l’ospedale di San Giovanni in Laterano a Roma.

Poi si specializzò in ostetricia e nelle malattie tropicali in Belgio.

C’è un nome col quale veniva chiamata nelle missioni in Congo dove è stata per più di trent’anni.

Suor Anna Elvira era per tutti la “Madre della vita”.

“Ha fatto nascere migliaia di bambini – aveva ricordato suor Lina Adele, postulatrice generale per le cause dei santi della Casa madre della congregazione a Bergamo.

“Era una persona solare, serena, molto amata da tutti. Tanto che nel 1992 era stata nominata Superiora provinciale di tutte le suore Poverelle in Africa: Congo, Costa d’Avorio e Malawi.

Chi l’ha vista partire dalla sua missione di notte su una strada impraticabile per 550 km – continua suor Lina Adele – un mese prima di morire, per andare ad aiutare in un ospedale una consorella che aveva contratto l’epidemia, l’ha definita un generale che andava in prima linea a combattere una guerra.

Guidata dal coraggio e dall’amore, è arrivata di persona a portare il suo aiuto.

C’erano altre suore giovani a curare i malati.

Ma suor Anna Elvira diceva sempre loro di andare a pregare, di non rischiare la vita. In ospedale sarebbe rimasta lei”.

Messa in isolamento, ha rifiutato il plasma per essere curata, chiedendo di riservarlo a bambini, che ne avevano più bisogno.

Una scelta fatale, che il 23 maggio del ’95, dopo pochissimo tempo, le costò la vita, ma lasciò pure di lei un ricordo indelebile, un messaggio d’amore, carità e generosità infiniti.

Silvia Pasolini