Da quando (oramai sono passati alcuni lustri) l’allora assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini (erano i tempi della giunta di centrodestra guidata da Alberto Cavalli) iniziò a realizzarle quasi a raffica, perché le riteneva elementi fondamentali per la viabilità, sulle nostre strade comunali e provinciali le rotatorie sono spuntate come i funghi. Là dove c’erano lunghi rettilinei con, al massimo, qualche stop o un semaforo, ora regnano le «rotonde».

Il fatto è che, seppure non siano la panacea capace di risolvere tutti i problemi, le rotatorie si sono dimostrate molto utili per governare il traffico, rendendolo meno pericoloso, ma al contempo più scorrevole (almeno più di quanto non riescano a fare i vecchi semafori).

Questo spiega il proliferare, sulle nostre strade, delle rotonde. Però, dal momento che tutto è perfettibile, capita d’imbattersi in interventi tesi a migliorare la situazione esistente. E’ il caso di Roccafranca, dove, spendendo 75.000 euro, l’amministrazione comunale metterà mano ad una rotatoria che si trova sulla Sp2. Una rotatoria che aveva un problema.

«Questa – spiega il sindaco Marco Franzelli – è un’opera strategica per sicurezza stradale. Bisogna sapere che avevamo una rotatoria che non era conforme alle necessità del regolamento del codice della strada, perché non faceva veicolare tutte le strade all’interno della rotatoria stessa».

Per risolvere la situazione «abbiamo chiesto un contributo a Regione Lombardia, dalla quale sono arrivati 75.000 euro, che ci consentiranno di sistemare la rotatoria, eliminando, nel contempo, tutte le intersezioni a raso, che, si sa, sono molto pericolose».

Con questo intervento, assicura il primo cittadino, «che fa il paio con la sistemazione dell’ingresso di via Kennedy, facciamo un altro passo in avanti nella riorganizzazione del centro abitato del nostro Comune. Era uno dei punti di forza del nostro programma elettorale, a cui tenevamo molto, perché la sicurezza viene prima di tutto. Siamo contenti di aver mantenuto una promessa che a suo tempo avevamo fatto ai nostri concittadini». MT Marchioni