E’ ormai diventato un appuntamento tradizionale, atteso da tutti, trepidanti e curiosi di vedere che cosa si sia inventato quest’anno “il ragazzo del ‘54”, al secolo Silvano Venturini, artista pudianese, affabile abitante di un borgo senza tempo.

Anche quest’anno, puntuale, già dai primissimi giorni di dicembre, i suoi presepi sono pienamente funzionanti, illuminati ed arricchiti di moltissime decorazioni nel pieno stile del loro creatore. Silvano è così: un uomo che ha sempre vissuto nella splendida campagna intorno al ridente paesello di Pudiano, interpretando di conseguenza allo stesso modo anche le sue realizzazioni. Tutti i materiali con cui sono creati i suoi presepi si sostanziano di elementi tratti dalla generosa natura delle radure e dei campi del territorio: ramoscelli, fili di paglia, muschio e legni scavati dal tempo.

Il primo delle due opere di Venturini è il presepe di Zurlengo, dove l’artista ha voluto riprendere il tema dell’arca di Noé per poi ambientare la nascita di Cristo sopra una sorta di vascello sospeso. «Nonostante la lontananza dalla Fede, c’è ancora chi ha speranza di muoversi verso una vita migliore, una speranza nella nascita di Gesù Cristo contro tutte le difficoltà ed i turbamenti di questo difficile periodo – ha commentato Venturini – Questo presepio vuole essere una forte testimonianza per tutti coloro che vogliono vivere appieno questo straordinario periodo dell’anno». Altrettanto significativa è anche la piccola ma suggestiva realizzazione messa in campo dall’artista nella sua Pudiano: entro un ceppo ligneo, creatosi naturalmente, Venturini ha costruito una piccola capanna con la centro la scena della Natività nella piazza antistante palazzo Caprioli, proprio all’ingresso del borgo.

Una vocazione, quella di Silvano, che arriva da molto lontano. «Quest’anno mi sono recato per ben due volte sia a Lourdes sia a Medjugorje, dopo quasi due anni di assenza – ha raccontato Venturini – Ho visto davvero una grande desolazione. La grande assenza di fedeli dovuta all’imperversare della pandemia mi ha rattristato moltissimo. Inoltre, erano tutte persone della mia età o più anziane: anche questo è un dramma su cui è bene prestare massima attenzione. Come mai nel mondo del volontariato e della fede ormai ci sono quasi solo anziani? C’è forse poca voglia di mettersi in gioco». Viaggi ricchi, senz’altro, di grande significato. «Mentre a Lourdes ho accompagnato dei malati, attività che svolgo in circa quarant’anni di pellegrinaggi portando a casa candele ed acqua santa da distribuire a chiunque me la chieda, a Medjugorje ho iniziato ad andare nel 2013 dopo la morte di mia madre – ha continuato Venturini – Quest’ultimo è un luogo dove le persone vanno nella speranza di vedere la Madonna e per comprendere sé stessi, le proprie situazioni personali. Ho fatto amicizia con tanti pellegrini: si tratta di persone che sono davvero alla ricerca di qualcosa, di una Fede che solo lì si può vivere così intensamente, tornando a casa con uno straordinario senso di pace».

Venturini ha voluto anche ringraziare i Comuni di Orzinuovi e Pompiano per aver garantito anche quest’anno la disponibilità ed il supporto per la realizzazione dei presepi.

Leonardo Binda