Egregio Direttore,

siamo finalmente arrivati alla presentazione ufficiale ai medici di Medicina Generale, a farmacisti e ad operatori sanitari, del nuovo Polo dell’Ospedale di Manerbio, una struttura dedicata alle cure oncologiche. L’ideatrice e benefattrice, signora Lidia Venturini Abrami di Verolanuova, sarà per sempre meritevole del plauso e della riconoscenza da parte di tutta la Bassa bresciana. Lei è una persona che, senza mettersi in mostra, ha saputo e voluto operare a favore dei malati tumorali, col suo cuore nobile e intelligente. Ha agito con discrezione nel dare il suo enorme e plurimilionario contributo finanziario, servito ad erigere ambienti per l’accoglienza terapeutica globale di chi è affetto da tumore, fin dalle indagini preliminari e poi alle successive possibilità di cura. Il Polo Oncologico, inserito accanto alla struttura ospedaliera, è distribuito sui tre piani di un palazzo a sé stante, con ampi spazi e servizi avanzati, che contribuiscono a comporre un modello di cura e assistenza all’avanguardia, all’insegna della professionalità degli operatori clinici e del benessere degli utenti. Quella della signora Venturini Abrami è una figura che rimarrà nella storia della sanità bresciana, come mecenate ed emerita benefattrice di questo ospedale, con la perenne gratitudine di cittadini malati e sani. Il significato di quanto realizzato va oltre il valore intrinseco della donazione e investe anche la sfera del senso civico e dell’impegno sociale. Tutto a favore del nostro ospedale, che è bene pubblico e, oncologicamente parlando, a favore di tutta la popolazione colpita da questo male, molto spesso incurabile. La nostra grande fortuna, dunque, è stata quella di aver trovato un’erede di imprenditori così generosa, che ha dimostrato di non arrendersi ai devastanti lutti familiari e di voler lottare, rinascere e far rinascere, salvaguardando la vita di quanti soffrono, come i suoi cari, di questi mali sempre più curabili con i passi da gigante della scienza medica. Dobbiamo considerare che se qualcuno generosamente fa qualcosa di importante per la società in cui vive, si sente gratificato perché la natura stessa porta a ripetere buone azioni, sempre e per sempre, e quindi chi fa qualcosa di grande per gli altri, nel suo intimo si sente appagato, come nel nostro caso facendo rivivere le persone care scomparse, e sanando, certo solamente in parte, il lancinante dolore per la perdita degli affetti familiari.

Luigi Andoni