Sto scrivendo queste righe oggi, 22 aprile, giornata della terra per la salvaguardia del nostro pianeta.

Il filo rosso per analogia mi porta alla notizia che ho appreso leggendo l’ultima edizione di Paese Mio circa il fatto che il Comune di Orzinuovi ha deliberato un intervento di riqualificazione edilizia nell’ area dell’ex Stadio Comunale per ricavarne dei nuovi parcheggi.

Da buon orceano la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la disastrosa esperienza di qualche anno fa quando in pompa magna venne, dapprima presentato e successivamente realizzato, un moderno parcheggio sotter-raneo a fianco del nostro Castello Veneziano che avrebbe dovuto risolvere i problemi di parcheggio del Centro.

Sappiamo tutti come è andata a finire; il parcheggio è sostanzialmente inutilizzato e gli errori di progettazione per renderlo fruibile sono sotto gli occhi di tutti (spazi di manovra ristretti, scivolo di accesso inadatto ecc.).

Costo dell’intervento non ricordo esattamente ma mi sembra nell’intorno dei 5 milioni di euro.

Tornando agli “slogan” che accompagnarono la “fan-fara” propagandistica mi vengono in mente alcune frasi di allora: “ la riqualificazione riguarderà anche il verde che nell’ampia area avrebbe trovato idoneo spazio e dignità”.

Il risultato è che sono state seminate in un fazzoletto di terra delle graminacee, qualche fiore, dell’erba, di piante ad alto fusto neanche una!

Ho incontrato per motivi lavorativi di recente un “illuminato” amministratore pubblico che mi ha raccontato dapprima delle difficoltà “tecniche”, e successivamente  delle soddisfazioni quando la problematica è stata risolta, che ha riscontrato nella Città che stava amministrando circa la piantumazione di alcune delle centinaia di piante  in alcuni punti  critici a causa delle infrastrutture tecnologiche presenti nel sottosuolo urbanizzato; hanno dovuto adottare misure “originali” per fare convivere le nuove piante con il tessuto urbano e ci sono riusciti con grande gioia, mi dice, della cittadinanza.

Si sono affidati ad una società specializzata che fra l’altro ha fornito uno studio approfondito di quanto i nuovi alberi e la loro ombreggiatura avessero migliorato il calore disperso dal cemento e dall’asfalto esposti al sole quando fa molto caldo con una riduzione della temperatura delle superfici irradiate di oltre 15 gradi.

Con questo pensiero ritorno al “nostro” ex Stadio Comunale e mi convinco, da solo, che è una fortuna avere a disposizione tutta quell’area verde “vergine” del campo sportivo (la misura di un campo di calcio è mediamente fra i 100 mt. di lunghezza e 70 mt. di larghezza oltre un’ ampia superficie verde a fianco delle fasce laterali e dietro le porte).

Che fortuna dicevo non ci sarà alcun tipo di problema a piantumare delle belle piante magari autoctone, a creare un bosco didattico, a creare un polmone verde nel cuore della città che fornirà filtri naturali per combattere l’emissione di CO2 (ogni albero è in grado in media di assorbire ca.20 kg all’anno).

Capisco l’esigenza di facilitare la viabilità di accesso alle scuole e quindi la necessità di avere a disposizione più parcheggi per le auto, ma a mio modesto avviso si dovrebbe riuscire a guardare un po’ in avanti, cercando di recuperare gli errori del passato e cercando di progettare un futuro migliore.

Non possiamo non tenere conto che il nostro progresso, nell’accezione più nobile del termine, deve passare anche dalla qualità dell’aria che respiriamo, dalla bellezza che natura ci regala, dalla memoria che potremmo lasciare se si riuscisse a completare l’opera datata ormai da quasi un secolo di  “imboschimento” delle nostre strade con quei splendidi filari di tigli che tanto inorgogliscono noi concittadini.

Non conosco il progetto di “riqualificazione” se non sommariamente per quanto letto ma mi auguro ardentemente che possa essere sviluppato tenendo conto dell’importanza che avrebbe per la nostra Comunità una bellissima oasi verde.

Mi immagino un paesaggio armonioso, ben studiato da qualche professionista del settore, per evitare di fare qualche intervento “arraf-fato”. 

Vedo già con un po’ di immaginazione molte mamme che i bambini a scuola li accompagnano a piedi, che ogni mattina fanno quel percorso con gioia perché mentre passeggiano in primavera potranno insegnare ai loro figli del ciclo della natura, potranno parlare loro dei profumi della natura, dei colori, della “dimensione” che il contatto con la natura  genera.

E’ un rapporto ancestrale, è un rapporto essenziale.

E vedo con immaginazione l’anno 2060 … quelle mamme ora sono nonne e qualcuna sta accompagnando per mano a scuola i propri nipoti;  gli raccontano con fierezza della grandi piante e di quando sono arrivate 40 anni prima. Gli raccontano di quanti bambini quegli alberi hanno visto crescere e di quanti ancora ne vedranno.

Questo è il mio auspicio; voglio credere sia lo stesso di molti, moltissimi dei nostri concittadini che oltre ai parcheggi vorrebbe anche vedere crescere un cuore verde, un cuore che per battere ha bisogno di passione e di coraggio.

Michele Serini