Casetta dei libri, con variante… ecologica. 

Che dà al tutto quel «quid» in più che non fa certo male. Anzi…

Accade a San Paolo, dove, su iniziativa della bibliotecaria e dell’assessorato alla Cultura, è stata ideata un’iniziativa culturale che vale la pena di raccontare. Iniziativa che, tanto per cambiare, diventa realtà ancora una volta grazie ai volontari.

Per capire di ciò che andiamo a raccontare è necessario far riferimento a un’iniziativa che sta prendendo piede in diverse parti del mondo, Italia compresa: le Casette dei libri, un servizio che permette ai cittadini di reperire dei libri anche al di fuori della biblioteca, cioè dei luoghi «canonici» dove solitamente si vanno a prendere i libri. 

Più o meno funziona così: al grido di «prendi un libro e lascia un libro», in queste casette (solitamente di legno, messe in luoghi strategici) chi lo desidera può liberamente prendere un libro, lasciandone, al suo posto, un altro. Un modo simpatico per far circolare i libri, quindi la cultura. Un modo decisamente meno «ufficiale», ma proprio per questo anche funzionale ed efficace, soprattutto per chi ha una sorta di timore reverenziale ad entrare nelle biblioteche.

Ecco: a San Paolo hanno pensato di fare una cosa del genere, mettendoci, dicevano, quel «quid ecologico» in più che di certo non guasta. In pratica hanno pensato alla Casette dei libri, sfruttando, però, un laghetto-polmone verde di cui dispongono. Il laghetto, lo diciamo per chi non conosce la zona, è un’area di cui a San Paolo vanno molto orgogliosi: lo testimoniano le iniziative che vengono organizzate in loco, ma anche la frequenza con cui molti amanti della natura vanno a fare un giro per rilassarsi un po’.

Preso atto che San Paolo dispone di questo vero e proprio gioiellino, sono entrati in gioco i succitati volontari, che hanno ridato vita all’esistente casetta in legno, trasformandola in una vera e propria «Casetta da favola» capace di ospitare libri, soprattutto quelli che nessuno vuole più. Teniamo presente (coincidenza che sembra capitare a fagiolo) che, soprattutto nel-l’ultimo anno, la biblioteca ha ricevuto un bel po’ di donazioni di libri, i quali, a questo punto, faticano un po’ a «starci» là dove dovrebbero stare. 

La Casetta, insomma, consente di ridare vita a volumi che potrebbero essere destinati ad un mezzo oblio.

Vale la pena di sottolineare che, come simbolo di tutto questo lavoro, i libri che si trovano in questo vero e proprio luogo di scambio hanno impressa la scritta «Casetta dei sogni», un marchio che è tutto un programma, e che consente pure di non confondere questi libri con quelli della biblioteca. Non che litighino tra di loro, ma, così, è bello che siano riconoscibili.

Sia, dunque, questa «Casetta dei sogni», capace di unire la cultura alla natura, portando la prima in casa della seconda. 

MTM