In questi giorni all’Istituto statale Don Milani di Montichiari raggiunge il traguardo della pensione la professoressa Daniela Bologna, da tempo decana di matematica in questa scuola, dove è stata una delle insegnanti più note e apprezzate dagli studenti.
Di seguito pubblichiamo il discorso da lei pronunciato sabato 14 giugno 2025 al termine del suo ultimo Collegio dei docenti.

“Ho cominciato la mia avventura al don Milani pochi mesi dopo la laurea nell’anno scolastico 1986-1987, quando molti dei giovani colleghi non erano ancora nati. 

Ho avuto la fortuna di iniziare a  lavorare con il preside Stefano Boselli, quel lucido visionario al quale dobbiamo sicuramente quello che oggi è diventata la nostra scuola. Di lui ricordo l’intelligenza e la capacità di capire le persone al primo sguardo. Devo dire che il suo lavoro è stato portato avanti  da chi gli è succeduto. Il dott. Fraccaro e soprattutto la nostra attuale dirigente dott.ssa Covri hanno proseguito e consolidato la sua visione di una Scuola inclusiva, aperta al territorio e alla sperimentazione.  

A quei tempi nel nostro istituto c’era solo la Ragio, così la chiamavamo allora. 

In quel periodo ho fatto i primi incontri che hanno inciso profondamente su quello che poi sarebbe stata la mia vita professionale. 

Nel consiglio di classe eravamo davvero un bel gruppo affiatato. Tra tutti ricordo con grande affetto e gratitudine la mia collega Gianna  Cortese. Lei, più di tutti, è stata la mia maestra, quella che mi ha insegnato l’attenzione e l’amore per i ragazzi. 

Consentitemi di ricordare anche la collega Ermanna Boni,  grande insegnante e mia cara amica, che purtroppo ora non c’è più. Lei ha sempre cercato, spesso senza riuscirci, di mitigare le mie intemperanze. 

Quasi tutti i colleghi del tempo sono ora in pensione. Voglio dare un grande abbraccio a Chiara Folegati e Flavio Marcolini che sicuramente meglio di tutti possono aver capito le mie parole, con loro ho condiviso gran parte del mio percorso professionale, gioie ma anche dolori. 

All’inizio del 2000 sono passata al liceo scientifico che ho visto nascere e verso il quale so di avere un attaccamento quasi morboso. 

Anche qui ho potuto lavorare con tanti colleghi. 

I colleghi non si scelgono, si incontrano. E, come nella vita, ti trovi a lavorare con tante persone diverse, per indole, carattere e obiettivi. 

Con alcuni di loro è nata un’amicizia davvero profonda, rafforzata dal fatto di  condividere una stessa visione del nostro lavoro e che sono convinta proseguirà anche se me ne vado in pensione. 

Con altri, sicuramente per questioni caratteriali o anche per un diverso modo di intendere la nostra professione, in alcuni momenti c’è stata un po’ di tensione. Li voglio però ringraziare per avermi ugualmente supportato ma soprattutto sopportato. Sono consapevole di avere un carattere un po’ troppo impulsivo . Non più tardi di qualche mese fa un collega, dopo un’accesa discussione, mi ha detto di apprezzare la mia schiettezza ma che forse i modi erano da rivedere. Purtroppo sono così e credo che la troppa sincerità sia il mio peggior difetto ma nello stesso tempo il mio miglior pregio. 

Cosa mi mancherà della scuola? 

Sicuramente i ragazzi che negli ultimi giorni mi hanno davvero inondato di affetto, sicuramente le amicizie che ho costruito in questi anni che però sono sicura si manterranno anche in futuro. 

Quello che invece non mi mancherà è la direzione che la Scuola italiana sta prendendo in questi ultimi anni e che mi ha fatto davvero sentire fuori contesto. 

Non mi mancherà l’ossessiva rincorsa alle competenze, ricerca spesso basata sul nulla. Sono convinta che non ci sia competenza senza la conoscenza. Purtroppo spesso questo viene dimenticato e il rischio è quello di avere alla fine del percorso scolastico degli studenti ignoranti forse anche non troppo competenti. 

Ho finito (finalmente direte voi). 

Voglio chiudere rivolgendo un particolare saluto alla prof.ssa Alessandra Barone, nostra ex vicepreside e mia migliore amica, che purtroppo è andata in pensione proprio nell’anno del covid e che quindi non abbiamo potuto salutare e festeggiare come si sarebbe meritata. Chi l’ha conosciuta ricorda certamente il suo equilibrio, la sua capacità di trovare convergenze anche nelle situazioni di conflitto e diversità di opinione. Ha sempre svolto il suo ruolo senza dimenticare di essere stata, prima di essere vicepreside, una di noi.  

Chiudo ringraziando davvero tutti e augurando ai colleghi, soprattutto a quelli più giovani, di riuscire a trovare nel nostro lavoro le soddisfazioni che mi hanno aiutato a arrivare al mio traguardo. Grazie a tutti”