Chi vive a Manerbio e ama il tennis conosce sicuramente Gianni Saldini (classe 1941). È stato presidente del Tennis Club locale per circa 40 anni, fino al 2012. La struttura, inizialmente, consisteva in due spogliatoi compresi nell’area Marzotto. La sua trasformazione in vero e proprio club sportivo è stata dovuta essenzialmente a Saldini. Grazie al suo operato, Manerbio ha potuto ospitare tornei internazionali, facendo parte dell ‘Atp Challenger Tour. Per questo la nostra città ha visto passare campioni famosi come Novak (o Nole) Đoković. Il torneo internazionale di Manerbio era intitolato al tenente colonnello Antonio Savoldi e al maggiore Marco Cò, a cui Saldini e la cittadinanza erano molto legati. Questa competizione sportiva era nata negli anni ’70 come torneo sociale, per poi divenire un Atp Challenger nel 1999. È stata quindi assai longeva. È rimasta in vita fino al 2019, poi è divenuta una “memoria gloriosa” del Tennis Club.

Non è quindi difficile capire perché Manerbio abbia voluto rendere omaggio a Gianni Saldini ancora in vita. Il 22 giugno 2025, al Parco “L. Damiani” (quello delle “Ville”), è stato tenuto in suo onore un concerto dei Blu Angels. L’iniziativa era patrocinata dal Comune, perciò erano presenti il sindaco Paolo Vittorielli e l’assessora alla Cultura Sara Barbi.

Prima di dare spazio alla musica, si è tenuta una cerimonia di consegna dei riconoscimenti alle personalità rilevanti nella storia del Tennis Club. Innanzitutto, c’era Ettore Trezzi, presidente del Comitato Regionale Lombardia della Federazione Italiana Tennis dal 1974 al 2004. Poi, c’era Gianluca Moscarella, arbitro di tennis di grande esperienza. Sono stati chiamati sul palco anche il sindaco e l’assessora Barbi, visto il sostegno dimostrato all’evento. Poi, è stata la volta di ulteriori amici storici del Tennis Club: erano stati invitati al concerto Giorgio Confalonieri, Riccardo Barbera, Stefano Ottolini, Alberto Forcella, Ferruccio Valle e Sergio Baronio. Hanno ricevuto un pubblico riconoscimento anche i Carabinieri di Manerbio, che presidiavano l’evento. Ovviamente, è stata premiata anche la famiglia Saldini al completo: il papà Gianni e i figli Alessandra e Claudio. Antonio Savoldi e Marco Cò, essendo militari, sono stati omaggiati col canto dell’inno di Mameli.

Dopo celebrazioni e riconoscimenti, è arrivato il momento dei Blu Angels. Hanno proposto i loro più grandi classici, fra cui molti brani degli immancabili Nomadi: “Ma che film la vita”, “Aironi neri”, “Io vagabondo”, “Il fiore nero”, “Un pugno di sabbia”. Altro pezzo forte era “Sognando la California” dei Dik Dik. Ben nota al pubblico era anche “Pregherò” di Adriano Celentano. “Pugni chiusi” di Demetrio Stratos cantava l’amore come capace di dare una nuova ragione di vita. “Rose rosse” di Massimo Ranieri era meno disperata e più galante. Sempre passionale e di nuovo estremo era “Il tempo di morire” di Lucio Battisti. Del cantautore è stata eseguita anche “Dieci ragazze”, amatissima dal pubblico dei Blu Angels. Visto il clima di festa e  “amarcord”, è arrivata a proposito “Bandiera gialla” di Gianni Pettenati. Il concerto è però planato su “C’era un ragazzo che, come me, amava i Beatles e i Rolling Stones” di Gianni Morandi: in un contesto di celebrazione e nostalgia, ha ricordato discretamente la bruciante attualità.