Ai primi di settembre (momento di stesura del-l’articolo, ndr) i telegiornali non parlano d’altro. 

La ripresa del nuovo anno scolastico si presenta nebulosa sotto molti aspetti. 

Agosto 2020 non è stato, per molte persone, il classico mese delle vacanze spensierate. 

A partire dai dirigenti scolastici che hanno trascorso settimane di grande lavoro. 

È quanto accaduto anche all’Istituto Comprensivo di Manerbio dove – come precisato dalla dirigente scolastica Annamaria Alghisi -sono stati studiati alacremente i criteri per un ritorno sui banchi in sicurezza, sia per il personale docente e scolastico, sia per gli alunni. E dopo una serie di incontri e valutazioni – anche con i sindaci di Manerbio e Offlaga – tra sopralluoghi, layout,una commissione interna e una esterna appositamente istituite per l’emergenza covid 19, è stato decisoall’unanimità dal consiglio di istituto di ridurre al minimo i disagi delle famiglie, garantendo, a regime, la ripresa delle attività didattico-educative per tutto il tempo scuola richiesto dalle famiglie, oltre che l’unità della classe in ambienti scolastici adeguati.

Nel mese di settembre agli alunni – per problemi di organico che non dipendono dall’istituto – sarà garantito in sicurezza l’orario antimeridiano.

“Si tratta di uno sforzo compiuto in squadra, per adeguare l’istituto alla normativa vigente in tema Covid-19 in continuo divenire” spiega la dirigente “tra luglio ed agosto abbiamo riunito, in più occasioni, sia la commissione interna che esterna – composta anche da alcuni genitori del consiglio di istituto – e abbiamo formulato la proposta da presentare al Consiglio di Istituto per individuare le modalità e i criteri per la ripartenza. 

“E’ stato un lavoro intenso su più fronti” spiega Alghisi “che ha coinvolto tutti gli attori in campo”.

Una precisazione doverosa, secondo la dirigente, alla luce anche della lettera a firma di un gruppo di inviata sia all’Istituto Comprensivo che al Comune di Manerbio, in cui si chiedono spiegazioni circa le modalità adottate per la ripresa scolastica.

Ad impensierire particolarmente le famiglie è la gestione dei figli più piccoli (ovvero quelli che frequentano la primaria) che sono chiamati a scuola, nel mese di settembre, in orari non facilmente compatibili con quelli lavorativi dei genitori. 

Le famiglie che necessitano del servizio di mensa scolastica, almeno per le prime settimane, non ne potranno usufruire e temono che l’andamento della pandemia possa costringere ad un prolungamento dei tempi scolastici attualmente adottati. “Se non interverranno fattori di forza maggiore come per esempio ordinanze ministeriali, l’orario scolastico tradizionale e il servizio di mensa potranno essere garantiti regolarmente a partire dal 5 ottobre” precisa la dirigente scolastica “com-prendo perfettamente la necessità di dare un supporto reale alle famiglie ma chiedo loro di pazientare per le prime settimane. Stiamo facendo il possibile per limitare i disagi per tutti”. Il vero nodo da sciogliere però è quello dell’effettivo numero di insegnanti di cui potrà disporre l’Istituto scolastico che comprende anche il plesso di Offlaga.

Ad oggi all’appello mancano oltre 40 insegnanti. La carenza di organico è l’effettiva causa dell’orario antimeridiano di settembre (calendario simile a molti altri istituti comprensivi della città e provincia) e della momentanea sospensione del servizio mensa.

“La soluzione adottata è l’unica che scongiura la possibilità di avere classi non sorvegliate da inse-gnanti” commenta Alghisi “per questo stesso motivo ad oggi non è possibile consumare i pasti a scuola. Credo e spero che si tratti, comunque, di una situazione momentanea. Attendiamo l’arrivo di nuovi inse-gnanti”.

Il primo cittadino Samuele Alghisi precisa come, prima di prendere decisioni, siano stati fatti sopralluoghi e sia stato commissionato uno studio per stabilire le giuste distanze tra gli alunni e ottimizzare così gli spazi.  

“L’ultimo decreto del ministero della Salute non prevede l’obbligo di consumare i pasti in aula” sottolinea il primo cittadino “tuttavia stiamo lavorando per l’apertura della refezione, con doppio turno e sanificazione dei locali tra un turno e l’altro. 

Il servizio in aula avrebbe comportato maggiori costi, dal momento che era necessario offrire monoporzioni. Se però qualcosa nel frattempo dovesse cambiare, siamo comunque pronti a tornare indietro: il distanziamento nelle aule è garantito, e gli eventuali costi aggiuntivi saranno a carico del Comune, utilizzando i fondi del governo per l’emergenza Covid. Per le famiglie la quota mensa non subirà variazioni”. 

Anche la questione del trasporto scolastico è un altro importante nodo da sciogliere e l’obiettivo è cercare di garantire il servizio a tutti coloro che ne necessitano. In conclusione (ndr) si può dire che il covid 19 ha messo ulteriormente in evidenza le fragilità della scuola italiana non imputabili alla gestione territoriale e ben presenti prima dell’emergenza sanitaria. 

Basti semplicemente pensare all’annosa carenza di docenti o, all’avvicendarsi degli stessi, anche durante un breve percorso scolastico. 

Barbara Appiani