La crisi innescata dal Coronavirus ha colpito in maniera consistente anche il settore suinicolo, di vitale importanza per il territorio della Bassa Bresciana, e che in questi mesi ha dovuto affrontare un andamento di mercato davvero preoccupante. 

A portare alla ribalta questa difficile condizione è Confagricoltura Brescia, che in un comunicato di Giovanni Favalli, presidente della Sezione suinicola della citata organizzazione, ha chiesto al Governo l’immediata convocazione di un tavolo ministeriale sul tema. 

“Stiamo vivendo un periodo drammatico – si legge nel comunicato – e le aspettative non sono rassicuranti a causa delle conseguenze economiche in merito alle massicce importazioni dall’Ue ed alla chiusura del canale ho.re.ca. in Italia. Purtroppo il comparto più penalizzato è il nostro, essendo l’ultimo anello della filiera”. A dare ancora più problemi è anche la peste suina africana che, scoperta lo scorso settembre in un allevamento tedesco, ha messo in allarme tutto il comporta produttivo a livello europeo. “La richiesta di un tavolo di confronto avanzato dai suinicoltori di Confagricoltura è davvero urgente – ha aggiunto Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – perché il settore è sotto attacco da più fronti: dall’aumento sproporzionato dei cinghiali nelle nostre campagne all’ultima ingiustificata proroga della etichettatura: se tolleriamo che il termine ultimo per la Gdo per mettersi in regola in materia di esatta comunicazione dell’origine dei prodotti venga spostato dal 31 dicembre al 31 gennaio si aumenterà l’ingresso nel mercato di prodotti esteri con conseguenze dirette sugli allevamenti italiani e indirette sul consumatore finale”. 

Non resta che sperare che chi di dovere prenda atto di questa gravissima situazione e possa, al più presto, individuare dei validi rimedi. 

LL