Un altro progetto realizzato quello delle divise tecniche da ciclismo ideate dalle associazioni Avis e Aido di Manerbio. 

La collaborazione tra le due realtà prosegue dall’estate 2017, anno in cui il consiglio avisino manerbiese è stato rinnovato annoverando al proprio interno nuovi volti, e si è ufficializzata con i nomi di entrambe a firma di iniziative, eventi e serata a favore della vita quando, lo scorso 21 marzo 2019, il gruppo comunale dei donatori di organi si è a tutti gli effetti costituito.

Che il rapporto tra la presidente Avis Manerbio, Marianna Baldo e il presidente Aido Manerbio, Ermanno Manenti, fosse basato sulla stima reciproca si sapeva da tempo ma via via è andato a fortificarsi quando anche le loro menti hanno iniziato a dar vita a nuove idee. 

Questo progetto in particolare ha ispirato i due grazie alla proposta di un’ex donatore di sangue.

Un avisino di vecchia data infatti alla vigilia del 50esimo anniversario dalla nascita dell’Avis, circa un paio d’anni fa – settembre del 2018 -, incontrando per strada la presidente Baldo indaffarata nelle affissioni in occasione della festa, avanzò l’idea di produrre delle divise da ciclismo come già facevano altre associazioni per la vita.

Lo stesso signore aveva proposto già anni addietro ai precedenti dirigenti avisini questa idea ma non fu mai accolta e ne era rimasto deluso.

“Devo ammettere che la proposta del nostro storico donatore mi fece subito pensare ad Ermanno, era il momento giusto e avevamo a fianco di Avis la persona giusta – racconta la presidente avisina – Il nostro amico, campione mondiale di ciclismo per trapiantati già ci aiutava con grande impegno anche nell’organizzazione degli eventi sportivi come il primo trofeo Avis 50esimo anniversario, che aveva riscontrato un grandissimo successo con ben 130 bambini presenti a disputare una tappa riconosciuta nel campionato provinciale bresciano valida per quello regionale”. 

Non attese troppo a lungo. La sera successiva, durante la festa del 50esimo anniversario avvicinò l’amico Manenti e gli disse dell’idea che aveva avanzato l’avisino ed Ermanno le risposte “Da tempo bazzicava anche nella mia testa e te ne volevo parlare”.

Quella risposta fece illuminare la mente di entrambi che, una volta confrontatesi con il direttivo Avis e avendo dallo stesso l’approvazione a procedere, si misero all’opera per creare qualcosa di bello e fortemente attrattivo, non tanto per una funzione meramente estetica, quanto per mettere addosso agli appassionati di ciclismo un messaggio per la vita.

“Ammettiamo di aver ipotizzato innumerevoli idee ma nulla ci convinceva – spiegano i due – finché a distanza di un anno, durante i mondiali a Newcastle ci arrivò il lampo di genio.

Dovevamo disegnare sangue e organi. In un primo momento pensavamo ad un qualcosa di molto reale, prendemmo dei libri di anatomia e iniziammo a capire come riprodurre il nostro pensiero in un disegno.

Durante l’evoluzione lavori però alcuni consiglieri Avis e Aido (che nel frattempo era appunto rinata a Manerbio) ci fecero notare che poteva essere un’immagine troppo forte. 

Ci rimettemmo a lavoro e pensammo di farla molto colorata e simpatica.

L’idea di riprodurre gli organi e il sangue rimase, ma li rendemmo cartoni animati, disegnandoli sulla divisa nella corretta posizione in cui si trovano nel corpo umano. 

Sin dalla prima bozza è stato un successo e i consigli direttivi erano in visibiglio”.

Il loro spirito aggregativo li portò a coinvolgere esperti di settore, coordinati dallo stesso Ermanno Manenti che di ciclismo ne mastica. Così alla corte avisina-aidina di via Palestro furono chiamati Angelo Sala da anni una colonna portante del ciclismo locale che consigliò loro una ditta specializzata per produrre le divise tecniche di alto livello.

“Volevamo offrire agli appassionati un indumento tecnico, comodo, funzionale, indossato dai professionisti. La qualità era per noi un punto di partenza fonda-mentale”

Sempre alla “corte della vita” venne chiamato anche Pierumberto Zani, meglio conosciuto da tutti come “Pio” che si occupò di realizzare graficamente quanto pensato da Marianna ed Ermanno.

Una prima tranche di divise è stata prodotta e distribuita a ciclisti molto vicini alle due associazioni e ad alcuni membri del personale sanitario, amanti del ciclismo, degli Spedali Civili di Brescia che sono stati molto vicini alle due realtà nelle serate sanitarie a favore del dono del sangue e degli organi. 

Una sarà consegnata a breve ad una campionessa mondiale di ciclismo che è stata testimonial del calendario Avis.

“Abbiamo ancora qualche divisa a disposizione e ci stiamo organizzando per produrne altre perché stanno piacendo molto e ci vengono chieste”

Sul petto la goccia di sangue che dall’alto raggiunge tutti gli organi trapiantabili per nutrirli e sulla schiena una citazione che unisce le due associazioni “Doniamo noi stessi per una ragione e questa ragione è la vita”.

Calzette tecniche en pendant con la divisa le cui finiture a braccia e gambe sono con fascia iridata con colori ripresi da quelli che hanno colorato gli organi sul petto, perché?

“Perché era il minimo inserire un riferimento simbolico al nostro campione del mondo, Ermanno, che quando affronta nazionali, europei, mondiali, pedala e vince per tutti noi.

Il sangue nelle vene come il trapianto è vita e lui ne è un validissimo esempio” precisa Marianna Baldo.

Un altro progetto portato a termine da due realtà di grande spessore che hanno capito che il tenersi per mano è guardare insieme al futuro con maggiori possibilità ma soprattutto aumentando il potenziale di riuscita.  

“Vogliamo ringraziare in primis l’ex avisino che ha dato vita a questa sana follia (speriamo di incontrarlo per avere anche un suo parere rispetto al risultato ottenuto), i nostri Consigli Direttivi, chi indossa con passione la nostra divisa e soprattutto chi ha collaborato a questa, per noi, meravigliosa creazione”.

Per maggiori informazioni sulle divise o sulle associazioni contattare Ermanno al 338.3683291 o Marianna al 347.5176009.

R. Do