Gentile Direttore,

dopo i giorni critici trascorsi dagli italiani, vorrei invitare l’assessore alla Sanità Lombarda, Giulio Gallera, ad abbandonare definitivamente la ribalta del Coronavirus e a dedicarsi alle problematiche dei malati cronici di questa regione che, pur presentando patologie, infermità, disturbi e acciacchi disabilitanti e da non sottovalutare, si sono sentiti in questi quattro mesi abbandonati a sè stessi. 

Non essere ascoltato non fa venir meno il dovere di ogni cittadino di portare alla luce le disfunzioni, in questo caso della Sanità Lombarda, che non è ancora riuscita a riportare il malato non Covid nella normale assistenza pre-virus, senza farlo diventare cittadino di serie B. In tempo di pace è facile vantare meriti e fregiarsi del titolo di “eccellenza” da parte della stessa Sanita’ Lombarda, ma quando viene la guerra, come quella scatenata dal malefico virus, escono tutti i difetti e le crepe, tali da far crollare quel castello di carte a cui nessuno è stato capace di mettere una pezza. 

Vorrei chiedere quindi all’assessore Gallera, divenuto ormai un personaggio mediatico, perchè non si sia ancora provveduto, e ad oggi nessuna comunicazione in merito è stata diffusa, per le “visite specialistiche” di quelle “persone fragili”, quali siamo noi malati cronici, anche per l’età che portiamo sulle spalle. 

Mia moglie ed io, ad esempio, ci sentiamo veramente trascurati ed ignorati, da malati, e non certo dal medico di famiglia, che invece premurosamente ci ha prescritto le impegnative per le consultazioni degli specialisti, ma dalla struttura sanitaria territoriale semi-smantellata. 

Già alcuni mesi or sono, e anche qualche giorno fa, ci erano incredibilmente giunti dei messaggi SMS sul cellulare che affermavano senza mezzi termini che le visite specialistiche erano state annullate a causa del Coronavirus e differite a data da destinarsi. Noi cronici siamo persone vulnerabili, che dal medico, specialista o meno, si aspettano un vero rapporto umano curante-paziente, con una parola di rassicurazione, una spiegazione magari terra-terra con parole semplici, che valgono spesso più di una medicina. Poichè però in genere io subito non demordo, sentiti telefonicamente sia gli ambulatori locali che quelli provinciali, ho dovuto rassegnarmi di fronte all’indiscutibile verdetto, che non ammetteva obiezioni: “In ottemperanza ad una delibera regionale di sospensione, non è possibile prenotare alcuna visita in regime di libera professione”.

Non c’era da meravigliarsi, perchè già ci eravamo resi conto da tempo che, se come anziani eravamo relegati in un angolo in favore dei più giovani contagiati per salvaguardare le loro vite nel fiore degli anni, da cronici addirittura non esistevano ed eravamo e siamo rimasti praticamente invisibili.  

Percio’ qui non si tratta solo di occasionale disservizio, qui alberga il disordine, la disorganizzazione e il caos nella tanto decantata e “ovunque” imitata Sanità Lombarda. 

Da decenni, ci siamo faticosamente conquistati il diritto costituzionale alla cura della salute, ma le avvisaglie vissute ci dicono che andiamo verso la “Terapia per Estrazione”, dove sarà assistito solo chi avrà la fortuna di veder estratto il suo numero alla “Lotteria della Cura”, dato che tra un po’ di anni è prevista una decina di milioni di disabili, soprattutto anziani. 

Nonostante ciò, però, personalmente non ho perso ancora la speranza in un futuro migliore, anche perchè chi non spera non è libero, e noi siamo liberi dentro: qui siamo e qui resistiamo!

Luigi Andoni