Parliamo di Giardini dei Giusti. Spazi, meglio, veri e propri giardini dedicati ai  cosiddetti Giusti: uomini e donne che, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene, soprattutto salvando vite umane, ma anche battendosi in favore dei diritti umani durante genocidi e comunque difendendo la dignità della persona, se necessario rifiutando (a proprio rischio e pericolo) di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.

Negli ultimi anni, di Giardini dei Giusti nel sono stati realizzati più d’uno, anche nella nostra provincia.

Ma l’origine non è «targata Italia». Il primo Giardino dei Giusti, infatti, nato su iniziativa di Moshe Bejski, un ebreo salvato da Oskar Schindler, è stato realizzato a Gerusalemme nell’oramai lontano 1962.

E’ dedicato ai  Giusti tra le Nazioni. Bejnskj, infatti, ha dedicato la vita a ricercare in giro per il mondo i Giusti tra le Nazioni. La sua ricerca è stata fruttuosa, visto che ne ha trovati parecchi: il risultato è che, tra il 1963 e il 2001, sono stati commemorati 20.000 Giusti, tra i quali, particolare che ci rende orgogliosi, 295 italiani.

Questo primo Giardino si trova nel museo di  Yad Vashem: ricorda i Giusti non ebrei, che hanno salvato la vita a ebrei durante la  Shoah. Fino agli anni Novanta, la commemorazione veniva effettuata piantando alberi.

Col passare del tempo, non essendoci più spazio per le piantumazioni, nel giardino è stato costruito il Muro d’Onore, su cui vengono scolpiti i nomi dei Giusti.

Questo di Gerusalemme, dicevamo, è il primo Giardino di questo tipo.

Visto che l’idea era buona, successivamente nel mondo ne sono poi stati realizzati molti altri: Varsavia, Tunisi, San Pietroburgo… Ovviamente ve ne sono anche in Italia: a Milano, ad esempio, e poi a Catania, Bellaria, Firenze, Roma, Padova, Palermo, Brescia, Torino, Agrigento… Ve ne sono anche nella nostra Provincia: ricordiamo, tanto per fare un paio di esempi che non ci portano lontano, i Giardini di Calvisano e Montichiari.

Da poco ce n’è uno pure a Borgo San Giacomo, realizzato a futura memoria di un gruppetto di persone che, nel novembre del 1943, a rischio della loro vita salvarono dalla deportazione un’intera famiglia di ebrei polacchi: Abram Silbermann, Debora Shaffer  e le loro quattro figlie. Interessante (e vera) la frase che è stata pronunciata sabato 27 aprile, nel corso della solenne cerimonia di inaugurazione del Giardino dei Giusti di Borgo San Giacomo: «Chi salva una vita, salva il mondo intero».

MTM