Chi dice che a 60 anni è troppo tardi per realizzare i traguardi che sono rimasti in sospeso nella vita? Antonio Orfino,  67monteclarense molto conosciuto in città anche per la sua attività di storico volontario, formatore e istruttore regionale della Croce Bianca, ha conseguito, all’età di67 anni,  la laureain Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Verona. La tesi dal titolo “Fake news, comunicazione, politica e relazioni internazionali” è stata discussa martedì 8 novembre e ha visto il candidato, molto emozionato, sostenuto dalla famiglia, orgogliosissima del risultato raggiunto.Di professione bancario dal 1977, Orfino, dopo il diploma come ragioniere nel 1974, aveva un po’ accantonato l’idea di proseguire gli studi e solo nel suo “secondo tempo” ha pensato di concretizzare un sogno che da anni conservava nel cassetto. «Dopo aver lavorato per lunghi anni in banca – racconta – ed essermi ritirato in pensione nel 2018, ho deciso di iscrivermi all’università. Pensavo di finire la triennale in corso ma le vicende legate all’emergenza Covid e qualche piccola rogna di salute, mi hanno costretto a diluire il percorso studi qualche altro mese ma alla fine ce l’ho fatta e sono molto orgoglioso di esserci riuscito. Dopo il diploma nel lontano 1974, avevo trovato subito lavoro in un’impresa artigiana di Montichiari, il famoso “Il peltro di Chiodaroli e Spazzini”, e poi, concluso il servizio militare di 18 mesi, ero stato assunto in banca. Il lavoro non mi dispiaceva, nonostante la gavetta. Già ai quei tempi, però, avevo seguito corsi come fotoreporter e operatore di animazione visiva e la comunicazione è sempre stata fra i miei interessi. Nel frattempo sono entrato in Croce Bianca, nel corso degli anni sono diventato responsabile di sezione, poi istruttore e l’impegno nel volontariato mi ha impegnato sempre di più. Insomma il sogno della laurea lo avevo un po’ accantonato ed è tornato a germogliare, insieme alla passione per la Comunicazione, quando ho chiuso la mia esperienza lavorativa. L’esperienza universitaria mi è piaciuta moltissimo: ho stretto amicizie con le quali mi sento ancora, il famigerato “Gruppetto degli Over”, dove ovviamente il più “over” di tutti era il sottoscritto e confrontarmi con i giovani mi ha dato una carica pazzesca. Il gusto poi di interloquire con i docenti in aula è stato un grande arricchimento. Anche la discussione della tesi in presenza è stata un’emozione fortissima che, per chi come me è abituato anche a gestire le emergenze in Croce Bianca, non mi aspettavo di provare. La mia famiglia era più emozionata di me e il mio ringraziamento va proprio a mia moglie e ai miei figli, ai quali ho sottratto del tempo per raggiungere i miei obiettivi. Iscriversi all’università è statasoprattutto una sfida con me stesso. Una sfida che ho vinto e che mi ha dato una carica emotiva che mai avrei pensato di provare. È stata la chiusura di un grande periodo di lavoro, nel quale ho messo tanto impegno, e con orgoglio posso dire che il giorno della discussione ero il più vecchio ma anche tra quelli che ha conseguito la votazione più alta. Ho scoperto mondi nuovi ma non credo che farò la specialistica, di certo non smetterò mai di studiare e approfondire gli argomenti che mi interessano» Il numero di over 60 che ritornano a studiare è in discreto aumento in tutto il Paese. Le motivazioni sono diverse; in genere oltre all’amore per la conoscenza, c’è anche il desiderio di completare quegli obiettivi che la vita non ha permesso di raggiungere nell’immediato. Le facoltà più frequentate sono quelle umanistiche ed economiche. E gli “over” sono in genere anche gli studenti che frequentano con maggiore assiduità ed impegno i corsi.

Marzia Borzi