Rovato, sabato 4 febbraio ore 21.    Nella sala civica del foro boario, Emanuele Turelli  con Daniele Gozzetti  e Davide Bonetti  hanno  messo  in scena  uno spettacolo  di grande interesse e di grande qualità. Uno spettacolo (continuo a chiamarlo così  in modo improprio) allestito nelle linee essenziali, parole e racconto, intercalate da musica e canzoni e  imperniato sulla figura di don Carlo Gnocchi.  Il titolo della locandina “ Un santo con la penna. Evento celebrativo dell’80esimoanniversario della battaglia di Nicolajewka; e il sottotitolo “Storia di don Carlo Gnocchi e di altri eroi della ritirata di Russia”.   Il racconto di questa tragedia, introdotto dalle chitarre, di Daniele Gozzetti e Davide Bonetti,  in sincronia o nel ritmo del racconto, comincia con la limpida descrizione di quello che era il quadro storico nazionale e internazionale, sintesi delle ricerche storiche che lo stesso Turelli ha portato avanti e reso poi per la scena, e comincia con la spedizione di lunghi treni carichi di uomini, migliaia di uomini, e anche migliaia di muli e cavalli, anch’essi vittime, ancor più innocenti, della follia umana e di Mussolini. Poi il dispiegamento delle divisioni sulla terra russa e l’attesa della guerra, l’accerchiamento, la ‘sacca’ e la marcia verso lo spiraglio di un’uscita nel villaggio di Nicolajewka, dove passava una ferrovia … E qui  il generale Reverberi in piedi su un autoblindo, pistola in pugno, al grido “Tridentina” chiudeva eroicamente la tragica ritirata.   Racconto che, in differenti versioni, è patrimonio di tutti gli italiani.  Fino alla tragedia finale.             Tutta questa narrazione, riletta attraverso l’esperienza e gli scritti di questo sacerdote che volle partire volontario per accompagnare la sua gente in un momento drammatico della storia, è stata intervallata da canzoni dialettali, cioè della ‘lingua’ delle terre da cui proveniva la maggioranza dei ‘ragazzi’ della Tridentina, cantate da Emanuele Gozzetti, e anche da canzoni cantate in lingua russa da Davide, alcune tratte dal repertorio del grande poeta, attore e dissidentesovietico,Vladimir  Vysockij (Mosca1938 – 1980) considerato uno dei più grandi cantautori europei del dopoguerra. Episodi tratti dalle memorie di don Carlo sono stati narrati/recitati con straordinaria resa dall’attore Emanuele Turelli, il quale  ha saputo poi trasmetterli alla sala gremita di un pubblico attento.  Pubblico convenuto qui in un sabato sera, freddo si, ma dei nostri 2/3 gradi e non certo dei 30/40 sotto zero che venivano evocati, a cui non si poteva non andare con il pensiero; mentre gli episodi, vissuti e narrati da don Gnocchi nei suoi scritti, venivano fatti rivivere.  Questo il quadro nel quale si consumò la tragedia di Nicolajewka. 

Mentre si assisteva alla rappresentazione era impossibile non fare un raffronto tra quanto accadde, pote accadere, e quanto accade, e può accadere in questo momento storico che sembra avere i presupposti  perché tutto si ripeta.  Davide Bonetti,  da poco rientrato da Mosca, capitale dell’impero russo e ‘centro del nocciolo’ di quel mondo bizantino e slavo innestato sull’impero romano d’oriente,  sicuramente ha vissuto, sta vivendo e approfondendo, in questo momento di follia diffusa, questa millenaria cultura (a Mosca ha tre figli: uno splendido adolescente e una meravigliosa fanciulla con l’altrettanto bellissimo gemello). Destino e occasione unica per Lui come apertura verso un mare di storia e di cultura già magistralmente raccontato da centinaia di scrittori; dai Cècov, Puskin, Dostoewskij, Tolstoi …  cantato dai tragici Majakovski e Esenin … e fissato nelle ieratiche e silenziose icone di Andrej Rublev … Ma sto un po’ deragliando dal tema iniziale.

Di nuovo si deve parlare di guerra e ancora negli stessi luoghi fatti rivivere nella serata rovatesededicata a don Gnocchi. Anche mio padre è stato li in guerra e in certi momenti … lo ricordo ricordare.   Di fatto le guerre non sono mai cessate nel mondo, solamente venivano ’spostate’ il più lontano possibile.  Difficile dar torto al Walter Beniamin delle “lezioni sulla storia , quando descriveL Angelo ( della storia) che procede arretrando con il viso rivolto al passato, dove a noi  appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi.                                 Ma questo è un argomento per filosofi.  Lo lascio a Davide.   Pur nella drammaticità del tema, un Santo con la penna è stata una bella rappresentazione.  Una bella serata. Ringraziamo i 3 protagonisti !

Beppe Bonetti