5 anni da Sindaco con un 2020 segnato dalla drammatica esperienza del Covid-19.

Tracciamo un bilancio? 

Non sono uomo da bilanci. Posso solo dire che quello che è stato fatto, lo abbiamo fatto con grande senso di responsabilità e con lo scopo di migliorare la nostra cittadina. 

L’obiettivo primario, come dissi nella campagna elettorale del 2015 era riconsegnare una città un cicinin migliore di come l’avremmo presa in carico. E questo mi sembra un obiettivo raggiunto, quantomeno in termini di pulizia, di decoro, di cura della città, di sicurezza, di ascolto dei cittadini, di vivacità delle attività economiche e di attenzione al mondo associazionistico.

Ma come dico sempre, il risultato migliore di questi 5 anni è l’avere riportato nel nostro territorio un clima di serenità e di distensione che era andato perduto.

I rapporti con tutti gli attori fuori e dentro la città si sono molto tranquillizzati e questo ha consentito di lavorare bene e di ottenere parecchie soddisfazioni.

La pandemia da Covid ci ha colpito profondamente e ci ha portato via in due mesi almeno 100 rovatesi. Ma nella tragedia ho avuto modo di apprezzare innumerevoli gesti di solidarietà, alcuni davvero inaspettati, che dimostrano quanto sia reattiva e generosa la nostra gente nei momenti difficili.

Quali sono i punti principali del Suo progetto politico e amministrativo per un Secondo mandato?

Continuare ad amministrare con coscienza, equilibrio e rispetto, facendo attenzione alle esigenze che vengono dalla città. E’ necessario sapere ascoltare e saper cogliere le necessità, i desideri e le ambizioni dei rovatesi. Non bisogna inventarsi niente. Se sei di Rovato, se vivi la città e parli la lingua dei rovatesi sai perfettamente come muoverti e quello che la gente vuole. La città è cresciuta molto in popolazione ed in attività economiche per mere ragioni logistiche. Ora deve crescere in servizi ed in proposte di qualità. 

E sapersi rinnovare anche sotto il profilo urbanistico. Il restauro dell’area mercatale col nuovo mercato coperto, il completamento del centro culturale su Corso Bonomelli, l’inaugurazione (finalmente) della nuova caserma della Finanza sono elementi che consentiranno a Rovato di sentirsi una vera grande città.

Il tema più sentito dai cittadini: sicurezza e immigrazione. 

Quali sono le politiche da seguire per migliorare la percezione di sicurezza nella vita quotidiana dei rovatesi?

Il Covid ha sconvolto tutto il nostro sistema che pensavamo quasi perfetto. Perciò accanto ai temi della sicurezza e dell’immigrazione se ne sono aggiunti altri altrettanto sentiti: penso alla precarietà del lavoro e all’incertezza per il futuro. La stessa ripresa di alcune attività normali, si pensi alla scuola, sta diventando un problema enorme. In questo preciso momento problemi nuovi si sommano e si intrecciano con quelli atavici, impedendo di fatto una reale percezione delle priorità. 

In questa enorme palude di problemi di una Italia confusa e male governata trovo assurdo dovere ancora ribadire, per l’ennesima volta, che l’immigrazione di carattere economico è un peso enorme e adesso insopportabile per il nostro paese. 

Che ha già dato e che dall’Europa non ha mai avuto alcun segnale di solidarietà. L’immigrazione non gestita o mal gestita alimenta la criminalità, e questo è evidente anche ad un bambino.

Qual è la sua strategia di sviluppo per quanto concerne il commercio e il turismo (pensiamo ad esempio a quello eno/gastro

nomico) a Rovato?

La nostra comunità è nata come mercato ed è diventata una grande città col commercio. 

E’ stata disegnata dal commercio: si pensi a tutto il comparto mercatale oltre le mura, alla via delle botteghe (Corso Bonomelli) o alla piazza Cavour realizzata per ospitare il mercato delle merci. I grandi centri commerciali ieri, e l’e-commerce oggi hanno danneggiato pesantemente le nostre attività vicinali. Eppure, a Rovato ci sono 400 attività commerciali di cui quasi 100 tra bar e ristoranti. Che devono tenere il passo e sapersi rinnovare ogni giorno per stare su un mercato estremamente dinamico. In 5 anni abbiamo organizzato convegni e corsi di aggiornamento, manifestazioni e feste in piazza, promosso i prodotti locali a partire dal Manzo all’olio di Rovato per arrivare ai vini della Franciacorta. La promozione del nostro meraviglioso territorio insieme al tema della sostenibilità saranno le carte da giocare nel prossimo futuro.

Cultura e Sport, anche da qui si può ripartire per superare l’emergenza Coronavirus. Come secondo lei? 

La cultura e lo sport fanno entrambe bene all’anima, e spesso si intrecciano nella vita di ognuno di noi. La cultura ti fa crescere in consapevolezza e lo sport ti fa crescere nelle sfide e nelle relazioni. Il Coronavirus ci ha rinchiusi in casa, senza scuole, senza palestre, senza amici, privandoci di tutte le occasioni di socializzazione. Una tragedia nella tragedia, che supereremo solo riprendendoci tutta la nostra normalità, e vivendo senza il terrore di ammalarci o di ammalare i nostri cari.

Cogeme, Acque Bresciane, LGH e A2A quali le strategie del Comune di Rovato nel variegato mondo delle società multiservizi del territorio?

Nonostante le dissennate decisioni prese nel lontano 2006, Rovato può giocare ancora un ruolo da protagonista. In un mondo fatto di giganti che monopolizzano il mercato delle multiutility resto convinto che questo territorio possa ancora produrre business e dare lavoro ed occupazione. Bisogna solo crederci e lavorare duro, come si sa fare da queste parti.

Mauro Ferrari