È stata inaugurata lo scorso 1° novembre, in concomitanza con la festa di tutti i Santi, la mostra fotografica di Giorgio Baioni. Allestita nel bellissimo contesto dell’oratorio della Disciplina, a fianco della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ha visto in esposizione numerosi scatti davvero particolari ed emozionanti. Il tema è il paesaggio, non uno qualunque e anonimo, ma quello della città di Rovato e del Monte Orfano.

L’iniziativa è stata promossa da “Auser Insieme Rovato” e dalla “Città di Rovato”; all’ inaugurazione erano presenti le autorità civili e religiose: per l’Amministrazione l’assessore Valentina Bergo, per la Chiesa il prevosto don Mario Metelli ed alcuni sacerdoti dell’unità pastorale.Hanno partecipato alla realizzazione dell’esposizione l’associazione fotografica “Oltre lo Sguardo”, l’ATF (Associazione Tornitori Franciacorta) e la “Scuola d’Arti e Mestieri Francesco Ricchino”.

Giorgio Baioni si è avvicinato alla fotografia insieme al fratello sin da piccolo, in quanto il padre era appassionato di riprese effettuate con le vecchie cineprese da 8 mm. Crescendo si è sempre più documentato sulla tecnica fotografica finché non riuscì, con i primi stipendi, a comprarsi una macchina fotografica. Negli anni ’70, quando ci fu il boom della fotografia, vi si appassionò sempre più, preferendo la foto alla ripresa video in quanto in grado di fissare un attimo preciso. Arrivò così allo sviluppo casalingo dei suoi scatti in bianco e nero, cominciando così a “girare” a piedi per il nostro territorio. 

Gli abbiamo chiesto come abbia accolto l’avvento della tecnologia digitale, dato che per anni aveva utilizzato la pellicola: 

«Ho accolto l’avvento della fotografia digitale, in un primo momento con diffidenza, perché non consentiva qualità; poi l’ho abbracciato con convinzione perché permetteva un bel risparmio economico sulle foto che realizzavo per vari gruppi e associazioni che frequento, dato che non ho mai chiesto un compenso per i miei scatti. Oggi il digitale consente ottima qualità e comodità rispetto alla vecchia pellicola, di cui non capisco la nostalgia di alcuni gruppi di persone».

E la passione per il paesaggio?

«Vado sul Monte Orfano, da almeno 25 anni. Sono 21 anni che faccio foto digitali e porto spesso la macchina fotografica con me…perché le foto migliori sono quelle perse perché la macchina è a casa. Camminare sul Monte mi ha fatto riscoprire la meraviglia delle stagioni che cambiano…l’autunno con i suoi colori, l’inverno con la nebbia e la neve…e la fotografia aiuta ad osservare i particolari, le luci, le tonalità soffuse. Si cammina e si fotografa quel che suggestiona, stupisce, immalinconisce o entusiasma. È un momento con se stessi; si fotografa per camminare e si cammina per fotografare. Ed è divertente la sfida di continuare a fotografare le stesse cose, ma in modo diverso. Ringrazio l’AUSER, che frequento da qualche anno, per avermi stimolato a pubblicarle e ad esporle con una mostra».

Le foto esposte sono veri e propri fermi immagine paesaggistici del nostro territorio: scorci cittadini, immagini bucoliche della campagna, di chiese; per dirla con le parole di monsignor Mario, “…è una mostra di bellezza; la rappresentazione di un bello che esiste al di là della presenza umana, che ha invece il compito di coglierlo, di fermarlo perché possa essere contemplato”. 

Questa bellezza è stata sicuramente colta da Baioni che, con grande capacità artistica, l’ha fissata cogliendone l’attimo e l’ha trasmessa al pubblico, non solo rappresentandola in modo oggettivo, ma riuscendo a comunicare quelle emozioni e sensazioni vissute al momento dello scatto. 

Emanuele Lopez