Gentilissimo direttore

vorrei scrivere due righe al sindaco di Rovato Tiziano Belotti ora che è stato confermato primo cittadino.

Sono solo “opinioni” da prendersi come tali. 

Partirei con il correggere l’atteggiamento aggressivo che mesi fa è stato assunto nei confronti di chi ha voluto, da cittadino e utente della biblioteca, far sentire la sua opinione in seguito alla rimozione delle sculture di Francesco Pezzoli (dalla sala Pezzoli…) e dell’irri-spettosa sostituzione delle stesse con altre sculture e tra queste, (come esempio) la scultura di Angelo Barbieri.

L’episodio, ancorchè datato ormai, fu fatto notare da Eros Tomaselli con una giusta lettera a Paese Mio, lettera che mi ha solo preceduto nelle stesse intenzioni. Le sculture rimosse sono ora collocate in quella che chiamano “gipsoteca”. 

Questo nucleo di opere, di proprietà comunale, erano già state sistemate nel miglior modo possibile ; le principali opere di Pezzoli nella sala Gerolamo Calca (anche questa voluta dall’assessore Simone Agnelli (che allestimmo ex novo 10 anni fa donando anche opere nostre) attigua alla sala del Consiglio Comunale, le rimanenti nelle sale Francesco Pezzoli e Angelo Barbieri nel palazzo della biblioteca appunto. Questo progetto del-l’assessore trovava realizzazione piena e, pensavamo, definitiva.

Qualche anno prima insieme a Simone Agnelli (sindaco Roberta Martinelli) avevamo provveduto a far realizzare contenitori in vetro per le sculture della sala Gerolamo Calca e poi (su e giù con le nostre macchine!) a sistemare nel miglior modo le steli sulle quali collocarle. Su proposta di Agnelli catalogai tutte le opere conservate, cominciando dai lavori di Angelo Barbieri donati dal figlio Elso nel 1967 al comune di Rovato, nel centenario della nascita del padre.

Al piano terra dell’archivio comunale, in mezzo a montagne di polvere, ripulii 47 opere in gesso e bronzo (alcune nella doppia versione): ritratti, bozzetti, studi anatomici, porte per tabernacoli ecc. più tutto un corredo di attrezzi da scultore.

Una decina di casse numerate e etichettate con specificato il contenuto.

Alla fine l’inventario è stato da me messo agli atti (17 febbraio 2015). Fu ottima l’idea dell’assessore di intitolare due sale della biblioteca (già sede della scuola Ricchino) ai nostri due scultori. Non si sa per quale motivo tutto questo progetto, molto opportuno, è stato sconvolto. Le principali sculture di Francesco Pezzoli, al quale è intestata la sala, rimosse dalle teche in vetro e al loro posto collocate sculture di minor rilievo critico. Tra queste la ‘testa di schiavo’ di Angelo Barbieri (quel che oggi resta di una statua a grandezza d’uomo devastata, negli anni, pezzo dopo pezzo, dalla sciatteria e insensibilità dei rovatesi), collocata con il coperchio che le balla sulla testa perché la stessa è più alta del contenitore … 

E’ qui che l’abbiamo ritrovata ed è qui che l’aveva più volte notata Eros Tomaselli fino a quando decise di fare una lettera e segnalare la cosa al giornale. 

A questa segnalazione sono seguite due risposte, stranamente appaiate ma egualmente aggressive, del Sindaco e del Bibliotecario, degne di un sonetto del Belli “… io so tutti e voi non siete n’ cazzo…”.

Invece è proprio qui che entrambi avrebbero dovuto capire che il loro compito (e ruolo) è essenzialmente un compito (e un ruolo) di servizio e non di censori di opinioni. 

La lettera del direttore della biblioteca precisava che il progetto era stato suo … presentato al comune per il bando/interventi di valorizzazione ecc… e finiva col dire che, per i contenitori, presto si sarebbe rimediato. Insomma si potevano avere soldi della Regione!

Perché non prenderli? 

E posso capire – La lettera del Sindaco invece, con immotivato accanimento, attaccava chi aveva fatto notare l’episodio e finiva con inesattezze che vado a precisare sotto. 

La testa di schiavo è ancora la, con il coperchio traballante sulla testa a distanza di quasi due anni. Idem per gli altri contenitori. 

Credo resterà ancora a lungo così.

I libri dei quali parla il sindaco “… finiti nella cantina … che finalmente potevano essere consultati ecc …” li ho fatti io. E anche le mostre le ho fatte io. 

Tutto gratis ovviamente, anche per la cosa che mi è costata di più … “il tempo”… come diceva Seneca. Lo dico non per spocchiosità ma perché … “quando ci vuole ci vuole”.

Il formato dei libri, la grafica, i manifesti, gli inviti e i due loghi Biennale e “Biblioteca” (è la B come libro aperto adottato dal dott. Bianchini e rimasto poi alla stessa biblioteca).  

Infine, essenziale credo, la spedizione, a mie spese, a tantissimi archivi, biblioteche e musei; ultimi, l’anno scorso, il Poldi Pezzoli e la Braidense di Milano che ho consegnato a mano. 

Sono i volumetti delle tre edizioni della biennale di Rovato. 

La prima programmata, due anni dopo la mostra antologica di Gerolamo Calca (che allestimmo nel 1993 nelle scuole nuove) fu dedicata a Francesco Pezzoli, primo artista per cronologia e per importanza storico/critica. Lo proposi, e l’allora sindaco Roberto Manenti appoggiò il progetto (anche se il grosso del costo del catalogo fu pagato da Sabadini Elisa sensibile alle cose dell’arte, altrimenti non si sarebbe potuto fare).

Il secondo artista fu Angelo Barbieri, del quale reperii, per documentarle nel volume, molte opere realizzate al Monumentale di Bergamo (oggi tristemente famoso per il covid) aiutando l’amico fotografo Mario Brogiolo in due fredde mattine di Novembre del 1997. 

Il terzo volume della biennale fu realizzato nel 2003 con il sindaco Cottinelli (assessore Milena Musati) “Artisti del passato a Rovato”, aggiungendo a Calca Pezzoli e Barbieri, Filippo Brunelli, Marte Morselli e Pino Simonazzi (questi ultimi due, Rovatesi di adozione). 

I tre volumi si avvalgono delle indicazioni critiche e delle ricerche dell’amico Tarcisio Bertoni e mie.  

Per quanto riguarda la Gipsoteca la considero …“un ambulatorio completamente avulso dal contesto architettonico che la ospita”… In quanto alle vetrine della gipsoteca credo fossero più adatte a contenere “torte gelato invece che sculture in gesso”.

In quanto “all’angioletto” in marmo di Francesco Pezzoli (mesi di battaglie per farlo arrivare in comune (mie e di Grassi) e poi il restauro all’istituto delle pietre dure a Firenze!) penso avesse trovato ideale e naturale collocazione nella nicchia della sala del pianoforte dove lo avevamo collocato con Roberto Manenti nel ’95. 

Per rimediare dovremmo dar vita al “Movimento per la liberazione dei gessi del Comune di Rovato” … così come esiste il “Movimento per la liberazione dei nani da giardino”… 

È l’occasione per rimarcare quanto sia stato grave (a mio parere) la scelta del sindaco Tiziano Belotti nel “buttare via” la ex biblioteca.  

Era destinata a spazio culturale dall’amministrazione Cottinelli e dall’assessore Musati e credo la volesse tale anche l’assessore Simone Agnelli. 

Oggi Rovato potrebbe fruire di questo palazzo, collocato per altro all’interno delle antiche mura del castello. Penso a una comunità di 20 000 abitanti che si fregia del titolo di città la quale però non ha uno spazio multimediale/espositivo degno di questo nome; salvo forse l’ex palazzo Sonzogni, al quale il comune continua a dare patrocini per ogni manifestazione che lo richieda; il cui spazio/veranda però, oggi potrebbe essere usato solo per stagionare il salame. 

Credendo nel valore della dialettica democratica confiderei che, con il Sindaco, ci si possa continuare a salutare anche in futuro.  

Ps. immagini della mostra “Francesco Pezzoli scul-tore” nuovo centro congressi Mercato piazza Garibaldi, da me curata e allestita nel 1996. A questa seguì, ne ‘98 la mostra di Angelo Barbieri.

Beppe Bonetti