Sono arrivati circa a 2 mila gli ingressi alla mostra di “Vincenzo Poppa e lo stendardo” nella Rocca di Orzinuovi, curata dal professor
Roberto Consolandi.
Un successo di pubblico dovuto anche alla massiccia ed entusiasta partecipazione delle scuole del territorio di ogni ordine e grado. Molti visitatori sono attesi per il periodo natalizio. Alcune persone hanno scelto proprio il catalogo della mostra, corredato da una ricca serie di immagini, come regalo di Natale dalla connotazione tipicamente orceana.
La mostra chiuderà il 31 marzo, ma prima di Natale il dipinto con i “Tre crocefissi” del Poppa farà ritorno nella sua sede del museo dell’Accademia Carrara di Bergamo.
Il 1 O gennaio verrà invece restituito lo Stendardo del Poppa alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, “ma del magnifico e prestigioso palio resterà in esposizione a Orzinuovi un ‘immagine clonata ad alta definizione -spiega il curatore Consolandi -cioè una riproduzione fedelissima al vero, con le stesse dimensioni, realizzata da un ‘impresa prestigiosa che ha lavorato anche sul Caravaggio e Leonar- o d”
Anche dopo la fine della mostra rimarrà ad Orzinuovi una light box della “Madonna del tappeto” del Poppa conservata nel Musei di Brera e una dei “Tre crocifissi” custoditi all’Accademia Carrara di Bergamo.
“Queste copie resteranno a Orzi in una sezione delle sale della Rocca – dice il sindaco Gianpietro Maffoni – a testimonianza di un ‘opera, mi riferisco soprattutto allo Stendardo, che è orgoglio artistico e culturale orceano, di proprietà della nostra Parrocchia. Rinnoverà nel tempo il ricordo di un momento storico particolare, in cui, per una triste coincidenza della storia, siamo nuovamente protagonisti fragili, come 500 anni fa, di una terribile pandemia. Lo Stendardo, emblema visivo della tutela spirituale affidata alla
Madonna e ai santi – continua Maffoni -fu commissionato dagli orceani nel 1514 a Vincenzo Foppa, uno dei più noti artisti lombardi del periodo rinascimentale, per scongiurare una peste che teneva sotto scacco la comunità .. L’opera si inserisce quindi in un colloquio significativo fatto di rimandi e
di relazioni che si rinnovano nel tempo e il suo valore dà al nostro territorio un background di elevato profilo culturale. Credo sia una grande occasione di formazione per tutti coloro che visiteranno questo prestigioso concentrato di storia e bellezza”.
“Sono soddisfatto dell’af flusso considerevole alla mostra soprattutto delle scolaresche – chiude il curatore Consolandi – che si dimostrano entusiaste e interessate ali’ esposizione, grazie anche al supporto delle guide, giovani laureati a cui abbiamo dato la possibilità di lavorare e fare,, al contempo esperienza. E un evento di grande spessore culturale oltre che di alto livello per le opere esposte. Vale sicuramente una visita”.
In esposizione in Rocca fino al 31 marzo un corpus di 33 opere, fra cui altre del Poppa, una Crocifissione, una Madonna con il Bambino fra san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista, un Cicerone Leggente (in lightbox), e un Giovanni Battista oltre a un disegno di Andrea Mantegna, il Seppellimento di Cristo (in lightbox). Completano il percorso diversi disegni di Giovan Battista Cavalcaselle, alcuni sesterzi di epoca imperiale, dipinti, manufatti rinascimentali, un raro frammento di tappeto a motivo Holbein, oltre a sculture lignee di Andrea e Maffeo Olivieri.
A testimonianza della profonda cultura e conoscenza del Poppa intorno alla moda, che ispira molti elementi degli abiti che ricoprono le figure protagoniste delle sue opere, integra la mostra una esposizione di preziosi abiti realizzati dalla Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze, che riproducono fedelmente modelli del XVI secolo.
Accompagna la mostra un cortometraggio dedicato a Vincenzo Poppa, per la regia di Rosamaria Montalbano con il concept e la direzione di Roberto Consolandi.
Orari di ingresso: da mercoledì a venerdì dalle 1 O alle 12.30. Sabato e domenica dalle 10 alle 19. Mercoledì e giovedì pomeriggio solo su prenotazione.
Silvia Pasolini