Mese dopo mese il nostro mosaico fotografico si arricchisce, disegnando una variegata mappa del territorio rovatese, fatta di persone e storie vive, appassionanti scorci di vita dei nostri concittadini.  

Il nostro progetto vuole raccontare la realtà di Rovato tramite i volti della gente immortalati in uno scatto fotografico accompagnato dal loro commento personale: idee, progetti e speranze in movimento. Un progetto senza filtri, in cui chiunque è invitato a mostrarsi e mostrare il proprio pensiero. 

Olga Pervunin  – Rovato zona “Simply” 

(foto di A.K.)

Dall’Uzbekistan a Rovato, oltre al clima, cos’è cambiato nella sua vita?

Tutto; in realtà io sono Russa, vivevo in Uzbekistan da piccola con la mia famiglia ma non era il mio paese di origine. Facevo parte della minoranza russa presente sul territorio (circa l’8,4% della popolazione). In Italia, a Rovato, è cambiato completamente tutto; sono arrivata 20 anni fa con la mia famiglia, ora ho dei figli. Sono cambiate le mie abitudini e le mie amicizie.

Cosa le manca dell’Uzbe-kistan?

Direi nulla, poiché le amiche russe che avevo si sono trasferite all’estero pure loro. 

La mia famiglia è qui e quindi non ho più nulla che mi lega a quella terra.

Cosa invece ha trovato a Rovato e non vorrebbe lasciare?

Le nuove amicizie. Questa città è la mia casa, sono felice di vivere e lavorare a Rovato.

Donna e lavoratrice autonoma. Si sente orgogliosa immagino?

Si, molto. 

Sono oltre 1,4 milioni le imprese femminili in Italia e crescono due volte più della media nazionale: le donne in Italia dimostrano grande voglia di affermazione e per loro mettersi in proprio e aprire un’attività non è un ripiego, è una scelta di vita, consapevole e ponderata. Se ho la mia attività lo devo ai titolari precedenti, Marco e Valeria, che si sono fidati di me e mi hanno dato la possibilità di partire dal nulla e alla mia famiglia che ringrazio tantissimo. Dietro a una donna lavoratrice c’è sempre una famiglia collaborativa. Il ruolo della famiglia è fondamentale.

Ci saluta con un saluto tipico russo?

(do skorogo) – che significa a presto. Si trova anche in un romanzo di Emmanuel Carrére (Un Romanzo Russo – Edizione Adelphi). “L’addetta alla reception, che ieri quando sono arrivato mi ha accolto come una vecchia conoscenza, mi dirà sorridendo do skorogo, a presto, e io risponderò do skorogo ma per l’ultima volta camminerò per le strade innevate di Kotel’nic”.

M. Ferrari