Lorenza Cadei e Sergio Piva sono di nuovo insieme per l’esposizione delle loro opere artistiche presso l’Oratorio della Disciplina, accanto alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, dove lo scorso 17 maggio, si è tenuta l’inaugurazione. 

Sergio Piva e Lorenza Cadei, due stili diversi, due modi differenti di vedere la realtà, ma che hanno in comune l’espressione della libertà. L’arte, infatti, concede a chiunque la massima espressione: la tecnica, i colori, lo stile personale, la fantasia i temi scelti; combinando insieme questi elementi l’autore ha la possibilità di spaziare nell’infinito rappresentando il tutto ed il niente.

Le opere di Lorenza Cadei sono caratterizzate dal tema della natura; l’artista trae spunto da scatti fotografici o semplicemente dalla visione diretta di paesaggi che vengono “catturati” col pennello. Li definisce “paesaggi dall’interno”, ossia rivisti in una dimensione interiore; non una semplice rappresentazione di ciò che si vede, ma una rielaborazione che esprime gli stati d’animo provati in quel momento.

Guardando le opere si percepisce che, nel corso del tempo, Lorenza ha fatto un suo percorso; partendo da rappresentazioni ove i colori scuri erano predominanti, espressione della sua malinconia, si arriva gradatamente alla comparsa del colore e della luce, con la creazione così di un’atmosfera un po’ più “sognante”. La sua pittura rappresenta sempre più un rifugio dove scaricare le tensioni della vita e del lavoro e ritrovare la serenità; una via di fuga positiva, ristoratrice della propria anima.

Delle proprie opere dice: «Qualsiasi stress o problema della vita, guardando le cose un po’più dall’esterno, si possono ricevere dei bei regali; si riescono a relativizzare le cose e ci si rende conto del proprio posto nel mondo, della propria piccolezza di fronte all’immensità e alla bellezza. In una realtà che è troppo veloce da comprendere, è necessario trovare degli spazi di meditazione dove fermarsi e “guardare fuori” per ridimensionare la propria realtà. Questo è il messaggio delle mie tele».

Un messaggio che l’artista riesce benissimo a trasmettere all’osservatore infondendo attraverso le opere pace e tranquillità.

Lorenza inoltre continua a frequentare il “Centro Artistico e Culturale di Palazzolo sull’Oglio Scuola d’Arte Aldo Kupfer” allieva del maestro Primo Formenti che è da sempre la sua guida artistica.

Sergio Piva affronta il tema della realtà da un altro punto di vista, partendo dall’indefinito o infinito e cercando di definirla; da qui la circolarità che caratterizza i suoi quadri. Utilizza colori con la tecnica materica, applicando strati su strati, che danno al quadro l’effetto rilievo. Le sue opere non vanno solo viste, ma toccate; solo così l’osservatore potrà percepirne e coglierne appieno il significato. Le diverse tecniche rappresentative diventano possibilità interpretative di un gesto che è originale.

L’artista pone un limite; fuori dal limite c’è l’indefinito e la possibilità di estendere. All’interno si ha la forma conoscibile, definita grazie ad un segno, che vuole essere un suggerimento di interpretazione della realtà da parte dell’osservatore. 

«Nei miei quadri – spiega Piva – vi è una volontà interpretativa dello spazio ma anche della sua origine. L’unico gesto pittorico possibile è la linea che può essere curva o retta; queste sono all’origine delle cose, chi dice altro sta mentendo. La linea è artificiale, ma è un artificio che riprende le linee naturali e, pertanto, è una dimensione naturale universale. I miei lavori sono un’indagine sull’origine della pittura, della rappresentazione, sull’origine delle cose. Le opere non sono definibili con un nome preciso, proprio perché infinite rappresentazioni del finito e dell’infinito, dove l’osservatore può avere e cogliere sensazioni personalissime ed originali».

Emanuele Lopez