Di grande ed attuale interesse il tema della serata del 25 marzo scorso trattato durante la conviviale organizzata dal Rotary Club Franciacorta.

Per l’evento erano presenti anche il Rotary Club Soncino e Orzinuovi, R.C. Rodengo  Abbazia e il R.C. Cortefranca.

Dopo il rituale saluto alle bandiere, il presidente Silvestro Specchia ha fatto gli onori di casa portando il saluto a tutti i presenti ed in particolare a Pierluigi Straparava che ha contribuito alla realizzazione dell’evento.

Un saluto ed un ringraziamento è stato fatto anche dall’avvocato Enzo Cossu al quale la sala ha espresso il suo sentito augurio per il recente compleanno.

Relatore d’eccezione il dott. Roberto Vavassori, direttore business development e marketing di Brembo, già presidente di ANFIA e, dal 2016, di CLEPA (European Association of Automotive Suppliers), che ha trattato il tema del veicolo elettrico con estrema esaustività, concretezza ed obiettività.

Un tema complesso quello della mobilità elettrica che oggi sembra essere il cavallo di battaglia della nuova economia mondiale ma che, inevitabilmente, ha moltissime e complesse correlazioni con altre tematiche socio economiche. Attualmente, da parte dei media, si tende a trattare con superficialità l’argo-mento.

Perché si parla tanto di auto elettrica oggi? 

Sostanzialmente perché si vuole ridurre la CO2 presente in atmosfera derivante dall’intensa attività de-ll’uomo, già a partire dal 1950. L’Anidride Carbonica è uno dei gas che causa l’effetto serra, ossia il surriscaldamento della superficie terrestre con conseguente innalzamento delle temperature. L’obiettivo delle politiche legate alla mobilità elettrica è quello di abolire il 40% di questo gas derivante dal settore dei trasporti. L’auto elettrica si pone anche l’obiettivo di ridurre gli inquinanti ossia il particolato microscopico (il famoso PM10) che viene assorbito dai polmoni umani ed entra nella circolazione sanguigna con potenziale danneggiamento, degli organi interni. 

Va detto che un’auto elettrica non è ad impatto zero e può essere tanto pulita o sporca, in base a quanto è pulita o sporca la fonte di energia utilizzata per creare energia necessaria a farla muovere. 

I maggiori produttori di questo gas sono Cina, India, Stati Uniti che non tuttavia non vogliono rispettare gli accordi internazionali. 

Quindi l’impegno delle nazioni deve essere commisurato agli obiettivi: se gran parte degli stati più inquinanti non vuole aderire alle politiche di riduzione della CO2, gli sforzi fatti dagli altri paesi saranno vani o poco efficaci, se non inutili.

La Cina inoltre detiene il controllo dell’83% delle Terre Rare che sono indispensabili per i motori elettrici ed è inoltre produttrice del 92% delle celle per batterie. 

In base allo scenario sopra descritto il rischio futuro per le nazioni europee è quello, per il mercato dell’auto, di diventare sempre più dipendente dal mercato cinese, con riduzione di produttività delle nostre aziende. Inoltre la tecnologia dell’elettrico non è ancora matura ed è inadeguata. Le aziende stanno investendo moltissimo nel settore dell’elettrificazione ma, l’unico modo per non diventare dipendenti dai paesi orientali, sarebbe quello di sviluppare tecnologie e prodotti in Europa.

Esiste poi un altro problema di natura economica: ad oggi l’auto elettrica ha una barriera di accesso piuttosto elevata legata al costo di acquisto maggiorato rispetto alle auto con motore endotermico anche se questo costo viene poi recuperato durante l’utilizzo in quanto la manutenzione è presso che inesistente e buona parte della corrente ce la si può produrre in casa.

Altre perplessità sono legate al fatto che le percorrenze sono limitate e la rete di ricarica è esigua e non sempre conveniente. Ad oggi l’auto elettrica è ancora un mezzo per pionieri? Quale sarà futuro prossimo? Sarà probabilmente misto: motore elettrico per l’uso urbano e a combustione per le lunghe percorrenze. L’elettrico sicuramente apre scenari nuovi ma l’Europa, per non perdere produttività e posti di lavoro, dovrà essere in grado di sviluppare progetti tecnologici più innovativi ed avanzati rispetto all’attuale. La conferenza si è chiusa con diverse domande da parte dei presenti al dott. Vavassori che dimostrano, nel bene e nel male, l’interesse sull’argomento trattato.

Il tema dell’auto elettrica è quindi complesso: geopolitico, economico, ambientale, sociale. Non basta un “post” o un “twit” per capirlo. Occorre maggiore interesse da parte di tutti per avere maggiore consapevolezza.

Emanuele Lopez