Dario Dogali è nato a Pian Camuno nel 1951 e risiede dal 1973 a Rovato. Dopo essere stato per 20 anni cacciatore, per motivi etici e di maturazione personale, appende il fucile “al chiodo” e nel 1995 si iscrive ad un Corso di Introduzione allo Studio dei Funghi promosso dal Circolo Micologico G. Carini di Brescia del quale diviene ben presto un iscritto e, per alcuni mandati, anche membro del Consiglio Direttivo.

La passione per questa nuova esperienza lo porta a ripercorrere i luoghi che aveva frequentato per tanti anni come cacciatore, sia in Franciacorta ma molte volte anche a Montecampione e in alta Val Camonica, ma questa volta con lo zaino a spalla contenente macchina fotografica, cavalletto e notes per gli appunti. Nel 2002 pubblica la prima personale ricerca dedicata ai “Funghi di Franciacorta” presentando oltre 240 specie reperite e, nel 2007 con la figlia Alessandra pubblica “Funghi di Franciacorta in cucina”, dove presenta oltre 30 specie tra le commestibili più comuni, con schede descrittive e raffronto con eventuali specie non commestibili, velenose o tossiche con cui potrebbero essere confuse, descrivendo gli ambienti e i periodi di crescita e, di ogni specie, 2-3 ricette abbinate ai vini di Franciacorta.

Dario ci racconta come nasce il nuovo libro “Funghi di Franciacorta”?

Posso tranquillamente dire che questo mio “nuovo libro” nasce ancora da quella piovosa giornata di caccia del novembre 1987, sulle colline di Erbusco e alla mia adesione al Circolo Micologico G. Carini di Brescia nel 1995 dove, dopo circa un paio d’anni, inizio a collaborare con due validissimi soci, Maurizio Chiari di Brescia e Vittorio Restelli di Ospitaletto che già da tempo si dedicavano al censimento dei funghi della Franciacorta dove, alla data attuale, risultano censite più 850 specie fungine. Cercare di apprendere e poi la voglia di trasmettere queste conoscenze (seppur modeste rispetto al vasto campo micologico), anche al di fuori del Circolo Carini è stata per me una conseguenza naturale e che comunque fa parte degli scopi istituzionali del nostro Statuto Sociale dove all’Art.1 cita testualmente: “diffondere la ricerca e la conoscenza della micologia, organizzare riunioni, corsi informativi, promuovere mostre, stabilire contatti ecc.” ecco, questo ho cercato di fare in questi anni e il mio nuovo libro è il risultato di questa mia passione, portata avanti con la mia fedele compagna di ricerca e di cammino, la mia cagnolina Anita a cui dedico questa mia Ricerca, questo nostro “Diario di due cercatori di funghi”. Il Libro uscirà probabilmente nei primi giorni di Aprile e, come già accennavi prima,  è la nuova edizione aggiornata e riveduta del primo libro pubblicato nel 2002. Si presenta in formato A4 (210 x 297 mm), con 632 pagine, circa 1200 sono le fotografie che rappresentano i funghi, gli ambienti e gli habitat di crescita e la parte  microscopica (fotografia delle spore) a cui ho dedicato gli ultimi tre anni di lavoro, ciò, ne sono certo, aggiunge valore a questa Ricerca. Le Specie descritte sono 555, 240 sono riferite alla prima edizione, 315 sono le nuove di cui molte sono state in questi ultimi anni prime segnalazioni bresciane e una, Helaphomyces papillatus, probabilmente prima segnalazione italiana e seconda a livello europeo. Nella parte finale del Libro esprimo i doverosi ringraziamenti a quei Comuni della Franciacorta, agli Enti pubblici, alle realtà Industriali (una di queste è stata  determinante al fine di poterlo stampare) e dei Servizi, alle Associazioni, ad alcune Cantine vinicole e ai privati cittadini e amici che con il loro sostegno (prenotando delle copie) hanno consentito la pubblicazione. Concludo con questo mio pensiero: non ho scritto questo libro ne per guadagnarci ne per diventare famoso, non mi interessa questo. Ritengo quello che ho fatto un contrituto a far conoscere questa poco conosciuta peculiarità della Franciacorta e per gli amanti fungaioli franciacortini un “sentiero tracciato” per chi volesse dedicarsi allo studio dei funghi. 

Consigli utili per diventare un cercatore di funghi.

Il consiglio che posso dare è uno solo: acquisire conoscenza. Con i funghi non si scherza e bisogna essere certi di ciò che si va a raccogliere. Le notizie riportate dai giornali su avvelenamenti più o meno gravi causati dal consumo di funghi (alcuni anche considerati commestibili quali i chiodini e porcini in primis – dati ATS Brescia) confermano che spesso non si conosce nemmeno cosa si raccoglie. Se si vuole ampliare le proprie conoscenze e “andare sul sicuro”  bisogna sicuramente affidarsi a dei bravi maestri, che personalmente ho trovato al Circolo Micologico G. Carini di Brescia.

Funghi e cambiamento climatico, ci sono segnali preoccupanti, oppure   nessuna criticità secondo Lei?

Solo chi non ha occhi per vedere e orecchie per intendere non vede e non intendem e alcuni di questi sono spesso anche personaggi politici di alto o adirittura altissimo livello. Ma tornando ai funghi personalmente questo cambiamento climatico lo percepisco ormai da diversi anni e ogni anno è sempre peggio dall’anno che l’ha preceduto. Per confermare questa mia, chiamiamola impressione, vi porto a conoscenza che tutti gli anni il nostro gruppo Micologico allestisce su richiesta di alcuni Comuni, mostre micologiche. L’ultima mostra micologica dell’anno solitamente è quella di Dello, alla “Sagra del Fungo Chiodino” che si svolge verso la fine di ottobre. Come tutti gli anni le mie località di raccolta funghi da esporre sono i boschi della Franciacorta, quelli di Montecampione o la Valsaviore. Lo scorso anno nei boschi di Franciacorta sono riuscito a reperire solo una trentina di specie, a Montecampione più o meno la stessa cosa, mentre in Valsaviore, dove ponevo tutte le mie ultime speranza sono rimasto senza fiato dal nulla che vedevo tre ore nei boschi senza scorgere un fungo decente. Dire pazzesco è poca cosa. Se questo non è cambiamento climatico non saprei come chiamarlo e da come è trascorso questo inverno, con poca neve in montagna e altrettanta poca pioggia c’è da preoccuparsi e non solo per i funghi.

Le piacerebbe formare un Circolo Micologico a Rovato, proponendo delle serate di studio e formazione visto la sua grande preparazione? 

Una ventina di anni fa, da giovane e entusiasta iscritto al Circolo Micologico G. Carini, era una delle cose che mi prefiggevo di fare e che in buona parte ho fatto, cercando di organizzare Corsi di Introduzione allo Studio dei Funghi nel territorio della Franciacorta, poi con alcuni amici è stata anche creata una Sezione del Circolo a Coccaglio (si era scelto Coccaglio perché molti degli amici erano di Coccaglio). Ora questa esperienza si è di fatto conclusa lo scorso anno. Riproporla di nuovo, questa volta a Rovato sarebbe  anche possibile ma, e lo dico con estrema sincerità, comincio a sentire il peso degli anni e anche che questa mia “storia sui funghi” sia quasi giunta al capolinea. Questa mio Libro, questo nostro “Diario di due cercatori di funghi” ne è probabilmente l’atto conclusivo anche se sono comunque sempre disponibile con chiunque voglia richiedere serate sul tema funghi, impegnandomi a coinvolgere i massimi esperti del mio Gruppo Micologico che sono sicuramente molto più validi di me. Poi, nella vita, come si suol dire, non si sa mai. C’è stato in realtà un assessore di un comune della Franciacorta che qualche mese fa mi ha rivolto la stessa domanda, anzi richiesta. Vedremo, intanto devo smaltire la fatica di questa pubblicazione che, credetemi, è stata impegnativa, in tutti i sensi.

Mauro Ferrari