Bene o male, sia per reminiscenze degli anni delle scuole superiori o per semplice cultura, tutti sono consci di quella che, fondamentalmente, è la funzione della nostra colonna vertebrale: sostenere il nostro organismo e costituire l’asse portare del nostro apparto scheletrico. Pochi, invece, sono consci di quelle che sono le più frequenti patologie che possono interessare questo complesso osseo tanto essenziale per la nostra vita di tutti i giorni e, per cercare di fare maggior luce sul punto, abbiamo fatto due chiacchiere con il dott. Mario Fusco, medico chirurgo specialista in Neurochirurgia, attivo presso il poliambulatorio Alma Medical Center.

Dott. Fusco, quali sono le patologie che possono colpire la colonna vertebrale?

Ve ne sono di differenti tipologie, ciascuna con sviluppi specifici. Le più comuni sono, senza dubbio, quelle di origine degenerativa, ossia legate, per così dire, all’usura della colonna stessa come conseguenza delle attività che svolgiamo nella vita di tutti i giorni e delle posture che assumiamo tanto da svegli quanto durante il sonno. L’esito più comune di simili processi è lo sviluppo di ernie discali, casi di “sofferenza” del disco con restringimento del canale vertebrale fino a scivolamenti di una vertebra sull’altra che, spesso, possono comportante anche cambiamenti nella conformazione della colonna stessa, come accade, appunto, nel caso della scoliosi degenerativa.

In genere, tali patologie iniziano a manifestarsi, specie ai loro esordi, con dolori localizzati nella zona lombare, cervicale o dorsale, fino a toccare gli arti superiori. Per fortuna il decorso clinico delle patologie degenerative, tranne rare eccezioni, è piuttosto lento e le strategie terapeutiche fanno sì che oggi non si arrivi più alle espressioni cliniche più gravi.

Quali possibilità terapeutiche esistono oggi?

Oltre ai farmaci, in fase acuta, sicuramente essenziale è la terapia fisica e comportamentale, finalizzata a fornire al paziente informazioni circa la sua patologia, rassicurazioni circa la buona prognosi e cercare di mettere il paziente di continuare la propria vita mantenendo posture corrette. Nelle situazioni croniche l’approccio varia: controllo del dolore, attenzione a non appesantirsi con carichi in eccesso o sforzi fisici particolari, continuando a praticare con costanza e progressività esercizio fisico, volto alla tonificazione e rinforzo della muscolatura.

Infine, se la sintomatologia si presenta grave e disabilitante (si tratta, in genere, di percentuali che vanno dal 5 al 10% del totale dei pazienti valutati), è raccomandato l’invio del paziente al neurochirurgo per programmare un intervento, svolto ormai con tecniche all’avanguardia, caratterizzate da bassa invasività biologica e minima manipolazione della muscolatura paravertebrale. Basti pensare che oggi l’intervento di XLIF (fusione intersomatica lombare per via extreme-lateral), effettuato in pochi centri ad alta specializzazione, permette di arrecare un dis-comfort tanto ridotto al paziente che già il giorno successivo all’operazione può tornare a camminare, essere dimesso dopo pochi giorni dall’ospedale e tornare al lavoro in meno di due mesi.

Cosa si aspettano i pazienti che decidono di affidarsi alle sue cure?

L’esercizio della mia professione mi ha insegnato, negli anni, a seguire una precisa filosofia: centralità del paziente, con particolare attenzione alle sue esigenze fisiche, psicologiche e socio-economiche e lavoro in team, sempre improntato alla multidisciplinarietà e alla continuità assistenziale grazie alla collaborazione tra più specialisti.

Per maggiori informazioni e per prenotare subito la propria visita specialistica, il poliambulatorio Alma Medical Center vi aspetta presso il RoccaCenter di Roccafranca in via Milano, n.7.

Tel. 030-5580034

segreteria@almamedicalcenter.it

Leonardo Binda