Attaccante, orceano, sin dagli esordi considerato un promettente professionista, Cristian Laveroni è l’esempio lampante di come il calcio, anche se concentrato sul territorio, sia capace di dare delle grandi soddisfazioni. Classe 1992, conosciuto in tutto il bresciano come una delle punte più affidabili, Laveroni, inizia a “solcare” il campo da giovanissimo: già nella stagione 2013-2014 inizia a militare nell’Orceana, all’epoca in Eccellenza, e così, proprio dal prato dello stato comunale di Orzinuovi, inizia la sua carriera.

Cristian, tu non fa il calciatore “di professione”, anche se il calcio, in questi anni, ti sta regalando delle grandi soddisfazioni…

Esatto. La mia attività principale si concentra in una nota e grande azienda metalmeccanica del territorio, presso la quale lavoro da ormai alcuni anni. Il calcio, invece, è sostanzialmente una passione che, fortunatamente, riesco a portare avanti con grandi soddisfazioni.

Direi notevoli soddisfazioni, considerato che, tra gli ultimi premi aggiunti al palmarès, ti sei aggiudicato il titolo di miglior giocatore e capocannoniere di Seconda Categoria insignito da Calciobresciano.it.

Sicuramente un riconoscimento che mi ha fatto molto piacere e che ha concluso in bellezza una grande stagione vissuta con i compagni del San Michele Travagliato, squadra nella quale ho militato dal 2020 al 2023. Sono molto contento di aver contributo alla promozione della società, riuscendo a raggiungere, così, un risultato sicuramente importante anche per coloro che non hanno mai smesso di sperarci.

Dunque, non è necessario giocare necessariamente “ai piani alti” per essere soddisfatti sul campo…

Direi proprio di no. Anzi, c’è tantissima qualità, voglia di combattere per un obiettivo e opportunità di crescita anche nelle società di provincia, spesso il nido per tanti grandi campioni: tutti, in qualche modo, partono dal basso e questo mi rende ancora più orgoglioso dell’attività di allenatore che ho portato avanti fianco a fianco con tanti giovani e giovanissimi. In più, e questo non è un segreto, giocare a questi livelli ti permette, senza dubbio, di poter coltivare anche una parallela attività lavorativa, esattamente come faccio io, pur riuscendo ad ottenere delle gratificazioni, anche di natura economica, quando si scende in campo e si riesce a fare un bel risultato.

Di recente, però, hai deciso di legarti ad una nuova realtà, la Nuova Verolese Calcio. Come ti trovi in questa nuova squadra?

Sicuramente molto bene. È un ritorno dopo tanti anni, dato che già avevo militato nella Verolese nelle stagioni 2014-2015 e 2015-2016 e sicuramente questo è stato un elemento che mi ha spinto a ritornare. L’obiettivo è certamente centrare i playoff e, perché no, pensare di strappare anche il campionato.

Un’ultima curiosità: che consigli daresti a giovani o giovanissimi che stanno pensando ad una carriera in questo mondo?

Lavorare sodo, tenere la testa sulle spalle e, soprattutto, allenarsi e giocare ogni volta sia possibile. La forma, sia fisica sia psicologica, conta moltissimo per riuscire ad elevarsi sopra la media e, credo, possa abituare ad uno stile di vita che possa aiutare anche ad avere successo nel lavoro e ogni aspetto della vita, non solo e necessariamente sportivo.

Leonardo Binda