Chissà quanto  gioivano i bambini quando in paese passava “l’autosbrofa”. 

Sono ormai distanti gli anni del primo e del secondo Dopoguerra, ma molti quell’autopompa con cui Pasquale Pedrali sfilava per le vie di Orzinuovi, con tanto di baffi spruzza acqua, non l’hanno dimenticata.  L’occasione di vederla restaurata in piazza durante la fiera, grondante di storia da ogni centimetro di lamiera, ha fatto riaffiorare molti ricordi. 

L’autopompa innaffiatrice, una Fiat 621, ha iniziato la sua vita nel 1921, quando ancora il paese cercava di scrollarsi di dosso i pesanti strascichi del primo conflitto mondiale. 

Mostrando  pian piano a tutti il suo fiero invecchiare, per Orzinuovi  è stata un refrigerio fino al 1975, nelle afose estati che l’hanno accompagnata.  

Gran parte del centro non era asfaltato ai tempi e le strade sterrate trasudavano di una  polvere sottile,  dove le gomme dei carretti e delle auto tracciavano lunghi solchi, serpeggiando tra dossi e buche, e la terra si insinuava tra i tavolini dei bar, sugli stipiti delle porte e i serramenti. 

Allora Pasquale Pedrali, in compagnia del figlio  Bruno,  saliva sull’autoinnaffiatrice comunale, la caricava di acqua nel serbatoio vicino al Macello e passava per le vie, elargendo un po’ di frescura. I bambini lo inseguivano, per farsi bagnare. Lui si arrabbiava, perché il gioco diventava spesso pericoloso e loro se la ridevano, nascondendosi dietro le colonne dei portici e sbucandogli davanti all’improvviso per concedersi insieme alla terra un po’ di ristoro. Con due idranti, azionabili in modo alternato, l’autopompa gettava acqua a ventaglio, bagnava la terra e rinfrescava l’asfalto e i ciottoli della piazza. 

L’autopompa era attesa con soddisfazione anche da alcuni proprietari di bar in centro, che ne approfittavano  per farsi dare una lavatina ai tavolini esterni. Non solo. “Si utilizzava anche per innaffiare le piante dei viali e i giardini pubblici – ci racconta Bruno Pedrali, che ora ha 82 anni. “Io aiutavo mio padre Pasquale nella guida, che era faticosa, perché non c’era il servosterzo. Lo facevamo volentieri e con tanta passione, perché sapevamo che era utile per Orzinuovi. Quando poi mio papà si ritirò in pensione, gli subentrò mio fratello Claudio.  Questa è stata anche la prima autopompa dei vigili del fuoco di Orzinuovi”.

Nel corso di 50 anni di vita ne avranno vista di storia quei suoi occhioni grigi.  L’autoinnaffiatrice ha vissuto anni memorabili e anche 50  estati roventi,  che facevano scottare le sue lamiere. Sarebbe stato un peccato portarla in un’autodemolizione, come uno dei tanti catorci da rottamare. Così è stata restaurata esternamente, nonostante il  suo motore non funzioni più. Ora è depositata  come un cimelio in un garage del Comune. A testimonianza di un tempo che fu. Quando si giocava per strada e bastava un albero, un cespuglio, una palla, un nocciolo di pesca da lanciare e l’autosbrofa per essere felici. Silvia Pasolini