Lo sfruttamento delle acque fluviali costituisce una delle prerogative che, da secoli, interessa le comunità stanziate sulle rive di ciascun corso d’acqua, dai piccoli torrenti di montagna ai grandi fiumi di pianura. Proprio questa tematica è stata oggetto di un interessante dibattito, tenutosi nella giornata conclusiva della Fiera orceana, al quale hanno preso parte numerosi oratori, ciascuno portavoce del proprio territorio ma tutti concentrati su un unico quesito: è possibile conciliare lo sfruttamento delle acque fluviali per fini irrigui e per la produzione di energia, garantendo, al contempo, l’equilibrio ambientale di questi ecosistemi?

Durante la “tavola rotonda” si sono alternati: per il Parco Oglio Nord il presidente Luigi Ferrari, la direttrice Claudia Ploia e l’avv. Mario Gorlani, professore di Diritto Pubblico presso il medesimo ateneo; per la Provincia di Bergamo il consigliere Gianfranco Masper e la responsabile del servizio Dott.ssa Francesca Lucini; Per il Parco del Serio il presidente Basilio Monaci.

La discussione, animata e partecipata, ha avuto ad oggetto, in particolar modo, le numerose istanze che, negli anni, hanno interessato il territorio del Parco, votate principalmente alla costruzione di centraline idroelettriche: sin dagli albori di quella che, ben presto, si è trasformata in una vera e propria querelle, la posizione dell’ente è sempre stata molto chiara. «Il Parco pur essendo favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili, è fortemente contrario alla realizzazione di questi impianti a distanza ravvicina, localizzati in taluni casi in zone ad

elevata naturalità prossimi a siti Rete Natura 2000, che andrebbero a modificare in modo

irreversibile il paesaggio – si legge in una nota diramata dal Parco stesso – L’analisi di tali effetti, oltre a quelli eventualmente prodotti sotto il profilo ambientale, idrogeologico ed idraulico, dovrebbero essere adeguatamente valutati dagli Enti preposti. Solo la valutazione dell’effetto cumulativo prodotto dalle nuove centraline e da tutte le altre opere idrauliche già esistenti nel tratto del Fiume Oglio interessato (tenuto conto delle connotazioni specifiche del luogo di intervento), scongiurerebbe la creazione di danni ambientali irreversibili ed irrimediabili».

L’esito senz’altro positivo dell’incontro è ampiamente corroborato da un’ulteriore notizia: entro il mese di settembre, come riferiscono fonti del Parco stesso, si terrà, in Regione Lombardia, un incontro tecnico sul tema con gli assessori regionali Gianluca Comazzi e Giorgio Maione, rispettivamente delegati a Territorio e Sistemi Verdi e Ambiente e Clima.

Leonardo Binda