Alla diffusione della notizia, tra le vie e le cascine di Pompiano e del circondario, nessuno ha saputo trattenere le lacrime e il dolore per la morte di Libero Bignetti, il farmacista galantuomo che tutti in paese avevano a cuore. Uomo affabile, disponibile, capace di coniugare una profonda serietà nell’esercizio della sua professione e un’innata simpatia, Bignetti è venuto a mancare lo scorso 6 marzo all’età di 86 anni.

Immediate sono state le attestazioni di stima e cordoglio per colui che, per decenni, dietro il bancone della sua farmacia, l’unica a Pompiano, ha saputo dispensare consigli utili e preziosi. Ad unirsi al coro del ricordo sono state alcune personalità pompianesi, che, in un modo o nell’altro, hanno intrattenuto con Libero rapporti sempre amichevoli. È il caso, tra gli altri, dell’architetto Lorenzo Molinari, il quale ebbe modo di conoscerlo per questioni strettamente professionali, divenendone uno dei più cari e stretti compagni di vita. «Il nostro primo incontro avvenne nel 1978, quando, appena giunto a Pompiano, Libero mi chiese un aiuto per gestire il passaggio di consegne con il farmacista che l’aveva preceduto – racconta Molinari – Fu, per così dire, “amicizia a prima vista”: scoprimmo che Ferruccia, sua moglie, era una mia parente alla lontana e che erano tante le passioni che ci accomunavano». Iniziano così le prime giornate fuori, a caccia, ancora coperte dalla rugiada del mattino, cemento di quello che divenne un rapporto quasi fraterno. «Fatto sta che, ben presto, ci legammo tanto da volerlo al mio fianco al momento delle mie nozze, come testimone – prosegue Molinari, non senza che la sua voce si affatichi al ricordo – Come dimenticare, poi, le infinite partite a calcio, le vacanze insieme, le chiacchiere, i sorrisi, i racconti e il tempo passato fianco a fianco. Libero è sempre stato una persona squisita: con lui era impossibile attaccare beghe». Testimone eccellente di una professione, quella del farmacista, che, memore della più nobile tradizione, egli sentiva come una missione. «A Pompiano era conosciutissimo e tutti sapevamo di poter contare sulla sua esperienza – conclude l’amico – Sempre puntuale, attento e rigoroso, divenne ben presto un confidente, un uomo sul quale chiunque poteva fare affidamento. Alpino fino al midollo, sempre legato alla sua terra e alle comunità nelle quali era cresciuto e aveva vissuto. La sua perdita lascia, davvero, un vuoto incolmabile».

Ricordo prezioso è stato anche quello della figlia Francesca, la quale, memore degli insegnamenti paterni, ha voluto seguire le orme di Libero divenendo farmacista. «I Bignetti sono farmacisti da cinque generazioni: una storia che affonda le sue radici nel passato e che ho il grande onore di continuare nel presente – commenta – Papà aveva una dote innata: farti sorridere e, al contempo, trasmetterti piccole perle di conoscenza. Era solito dire che il farmacista, specie di un piccolo paese, è colui che, tra tutti, conosce più proverbi: un patrimonio di nozioni che diventano un repertorio prezioso quando si desidera servire con la massima umiltà e serietà coloro che si affidano alle nostre cure». Una stima unanime che si è manifestata anche durante i giorni dell’ultimo saluto a Libero. «Le innumerevoli attestazioni di stima e affetto che io e la mia famiglia abbiamo ricevuto dopo la morte di papà sono per tutti noi davvero preziose – conclude Francesca – Non posso che ringraziare ogni singola persona che ci è voluta stare vicino».

Anche il sindaco Comincini, da parte sua e di tutta l’Amministrazione comunale, ha voluto esprimere il proprio cordoglio. «Bignetti è stata a lungo una figura chiave della nostra comunità, presente sino all’ultimo e sempre disponibile: lo ricordiamo con immenso affetto», ha dichiarato il primo cittadino.

Se n’è andato un esempio per molti; il suo ricordo, però, vive e rinvigorisce sempre più nell’animo di coloro che, per stima o per amore, hanno voluto e continuano a desiderare di calcare le sue orme.

Leonardo Binda