Il manerbiese Delfino Tinelli è già noto come autore di libri per bambini. Questa produzione è legata alla sua esperienza come maestro e direttore didattico. Ha scritto anche opere di pedagogia e didattica, guide per insegnanti e testi per la scuola elementare.

            La sua più recente pubblicazione per ragazzi racconta a mo’ di fiaba quello che è un grande capitolo di storia bresciana: la vicenda della regina Ansa, moglie del re longobardo Desiderio e madre di una principessa che Manzoni ha reso famosa col nome di Ermengarda. Il libriccino s’intitola proprio: “Longobardi. La regina Ansa, il re Desiderio e la loro famiglia” (Brescia 2022, Editore Mannarino Franco). È redatto in forma di dialogo fra l’autore e i nipotini, Alma e Jacopo. Per narrare, Tinelli ha esplicitamente indossato i panni del “nonno raccontafavole”. Solo che, stavolta, è tutto vero.

            Desiderio (756-774) aveva per consorte Ansa, definita “bellissima” dallo storico longobardo Paolo Diacono (720-799) e “precellentissima” (= “più che eccellentissima”) da un documento regio del 4 ottobre 760. La capitale del regno era Pavia, ma la regina veniva dai ranghi dell’aristocrazia bresciana e Brescia – come afferma lo stesso Delfino – era “la seconda Pavia”, perché i due sovrani la visitavano spesso. Era anche capoluogo di un importante ducato, una delle signorie longobarde. Per i residenti più anziani, la zona tra via Porcellaga e Piazza Vittoria si chiama proprio “Cordusio”, ovvero “curtis ducis”, la corte del duca. A Desiderio, invece, è legato il nome di Via del Serpente, che non c’entra alcunché coi rettili…

In particolare, si deve ad Ansa la fondazione del monastero di San Salvatore, di cui fu badessa sua figlia Anselperga. Nel 763, il re vi fece traslare le reliquie di Santa Giulia; a quest’ultima fu dedicato il luogo nel 915 e tuttora ne porta il nome, come Museo di Santa Giulia. Non solo si tratta del più grande complesso edilizio longobardo in Lombardia, ma custodisce anche tesori quale la Croce di Desiderio, capolavoro di oreficeria.

Ansa è la figura più cara a Tinelli fra quelle descritte nel libro. Di lei, ricorda la vasta cultura e l’importanza a corte, ove riusciva a mitigare molte sentenze emesse dal marito. La regina fu probabilmente responsabile anche della politica matrimoniale che imparentò la casa reale longobarda con altre stirpi nobiliari europee. Fra i matrimoni delle figlie, ovviamente, il più ricordato è quello di Ermengarda (nome di fantasia) con Carlo Magno: sia per il peso storico dello sposo, sia per la memorabile vicenda letteraria che ne trasse Manzoni nel suo “Adelchi”.

Non si sa con esattezza dove Ansa sia seppellita; probabilmente, morì proprio nel monastero di San Salvatore. Paolo Diacono scrisse per lei un elogio funebre che dipingeva come imperitura la sua fama. In realtà, il nome della regina si eclissò dopo la Rivoluzione Francese. Grazie ai frutti del suo operato, però, Brescia – insieme a Bergamo – sarà capitale dell’arte in Italia nell’anno 2023. Il passato non è mai remoto.