Gentilissimo Direttore,

tutti sanno che nel nostro parco Oglio, tra cespugli, erba alta e in mezzo a strane piantine che crescono vicino al bosco o nelle adiacenti radure, si possono nascondere (nel luogo dove, di fatto, vivono) bellissime creature di piccole dimensioni e che bisogna avere la pazienza di cercare in determinati periodi dell’anno. Una piantina particolarmente adatta a nascondere e dare sostentamento a strane creature è l’euforbia, erba rustica infestante, alta circa 30 cm, di un bel verde brillante, che cresce a chiazze su terreni soleggiati o vicino alle rogge. Sui rametti di questa piantina si possono trovare i bruchi più belli in Europa: le sfingi dell’euforbia. A differenza di altri bruchi bruttini che diventano splendide farfalle, questi, coloratissimi, si trasformano in falene a cui nessuno farebbe caso.

Se spezzato, il piccolo fusto dell’euforbia, rilascia un liquido lattiginoso altamente caustico e velenoso. I bruchi, alimentandosi delle sue foglioline folte e esili, diventano a loro volta tossici e velenosi. Ecco spiegata la loro vivace colorazione, chiamata “mimetismo aposematico”: essi, dunque, possono stazionare sulla sommità della pianta senza nessun pericolo di essere predati, come a dire «se ci mangiate o toccare, peggio per voi!».

I bruchi, durante la loro crescita, possono avere diverse colorazioni che vanno dal verde, al rosso, all’arancione, con chiazze nere decorate da puntini bianchi distribuite simmetricamente sull’ intero corpo, così come pure da strisce colorate longitudinali. Possono raggiungere i 10 cm di lunghezza. Un ulteriore avviso che viene dato ai predatori sulla loro “non commestibilità” è la presenza di un “corno” ben evidente, di colore rosso con una puntina nera.

Osservarli è davvero uno spettacolo. Se avete la fortuna di trovarli ricordatevi di guardare e di non toccare né l’erba né tantomeno il bruco!

Costanzo Spizzi