Anche a scavare nelle piccole miniere a volte si trova dell’oro. Non serve dunque perdere la vista in pagine e pagine di manuali sulla grande storia del mondo per conoscere momenti, situazioni e convenzioni del passato: a darne una “plastica” dimostrazione è l’instancabile attività di ricerca condotta da Francesco Amico, il quale, ricercando tra mercatini e scaffali impolverati, ha ritrovato alcune copie di giornalini tra i primi stampati e dedicati appositamente alle vicende di Orzinuovi (così almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze). Il più antico in possesso di Amico risale al 1941: inutile dilungarsi troppo sulla natura della pubblicazione, considerato il periodo. Il testo, un mensile con spedizione in abbonamento postale, si intitola “A Noi!”, specificando, nella testina, la sua natura di “foglio di informazioni del Fascio di Combattimento di Orzinuovi” e diretto dal Segretario cittadino Prof. Dott. Torquato Calzolari.

Un testo di propaganda dunque, intriso di una retorica di forte impatto focalizzata sul riconoscimento dei successi ottenuti dalle forze dell’Asse contro gli Alleati, a poco meno di un anno dall’ingresso degli Stati Uniti nel Secondo conflitto mondiale. La prima edizione è infatti del 23 marzo. Il redazionale di apertura, “Numero uno”, non lascia scampo a fraintendimenti. “Con il vecchio motto di combattimento esce il primo numero del Foglio di informazioni del Fascio di Orzinuovi – si legge – La pubblicazione è, e non deve essere, un giornale”. Non c’è da stupirsi, in fondo, del tenore oggi senz’altro inaccettabile di numerosi passi contenuti nella pubblicazione: mentre si parla di coloro che ascoltano propaganda nemica sulle radio clandestine, gli autori, dopo aver elencato la sanzione prevista per tale reato (e si parla di reclusione fino a sei mesi e di una multa fino a diecimila lire), si legge “il citato decreto non ha bisogno di essere illustrato. E’ una legge, perciò non si discute. In guerra si ubbidisce, non si trasgredisce”. E se la storia non è un’opinione, i toni trionfalistici con i quali il tenente Gorio, vice comandante della Gioventù italiana del littorio cittadina, esprime “il perenne ricordo e l’assicurazione che dalle nostre fatiche spiegherà presto il volo l’aquila della Vittoria”, oggi fa senz’altro pensare a quanto un’informazione coerente e scevra da ogni soggezione sia una conquista della quale non si può fare a meno. Certo, era il 1941 e tutto sommato per l’Asse le cose stavano andando secondo i piani: se ci fosse qualche lettore che, per studio o eredità, conservi qualche copia della pubblicazione, sarebbe interessante leggerne le pagine di qualche successiva edizione, a patto che sia stata continuata anche in seguito.

Oltre alla propaganda, approcciandosi con occhio critico è possibile trarre interessantissime informazioni sulla vita e sulle abitudini dell’epoca. Scorrendo le poche pagine del giornalino, un foglio A3 ripiegato in quattro di modo da creare otto facciate, si evince come i pacchi estivi dei soldati al fronte venissero arricchiti di marmellate, cioccolato, scaldaranci, guanti o calze di lana “o di altro filato autarchico equivalente”, nonché matite, carta da lettere e polvere insetticida.

Si ricorda poi, in due pagine con foto in bianco e nero, la morte di due combattenti al fronte, entrambi di stanza tra Albania e Grecia: sono il soldato Giacomo Viviani, appena ventiduenne, e l’artigliere Giovanni Mantovani, ventiseienne.

Per la prossima edizione siamo riusciti ad ottenere, sempre dagli archivi di Amico, una copia de “Il Ragno”, periodico sindacale del 1947 diretto da Mino Nolli.