Secoli fa, sui resti di un preesistente castello medievale, ad Acqualunga, frazione di Borgo San Giacomo, la famiglia degli Emili costruì una fortificazione, che nel secolo successivo passò alla famiglia Della Volta, che ci lavorò sopra mantenendo le possenti murature delle fondazioni e arricchendo il tutto grazie a un’architettura di stampo neoclassico. Come capita spesso, anche i nobili… decadono. E allora, nel 1935, visto che questa famiglia aveva subito lo stesso destino di tante altre dal sangue blu, questo edificio passò al Comune di Borgo San Giacomo.

Di questo palazzo ci siamo occupati in altra occasione, giusto per raccontare degli interventi fatti anche in tempi non lontani: interventi non strutturali, ma comunque per niente facili, perché, come capita sempre per gli edifici sottoposti a tutela dalla Soprintendenza, prima di poter iniziare a lavorare ci sono un sacco di pratiche (anche burocratiche) da espletare.

V’è da rilevare che, oltre al Palazzo vero e proprio, che attualmente ospita la biblioteca e un paio di musei, dal punto di vista paesaggistico è molto interessante anche l’annesso parco, che degrada verso il fiume Oglio, che fa da confine tra la provincia di Brescia e quella di Cremona. In questa occasione, infatti, ci occupiamo non dei muri e delle stanze del palazzo, ma del Progetto Albaura Verde, che dovrebbe portare, anzi, che porterà sicuramente alla riqualificazione del verde di questa storica e gloriosa dimora.

Cominciamo col dire che, per la bisogna, verranno piantumati arbusti, così da dare nuova vita al parco. Protagonisti di questo intervento sono il Gruppo Amici di Acqualunga, il Consiglio di frazione, la cooperativa sociale L’Alternativa di Quinzano d’Oglio, ovviamente il Comune e Lorenzo Fontana, artista di talento, al quale è stato chiesto di mettere in campo la sua creatività per assistere i volontari nella messa a dimora delle essenze donati dai vivaisti della zona. L’obiettivo del progetto, che intende contribuire a rendere più verde, quindi vivibile, il nostro territorio, è anche quello di avvicinare i giovani al rispetto dell’ambiente (e ben sappiamo di quanto ce ne sia bisogno), ma anche di avvicinarli al mondo delle arti.

Sintetizzando, possiamo dire che, alla fine, il parco dovrebbe rinascere grazie alla presenza di fiori vari, che saranno associati ad essenze autoctone e alberi monumentali. Una sorta di puzzle della natura, insomma, che, anche grazie alla presenza di aiuole decorative, cambierà il volto dell’intera area.

E se la cosa dovesse funzionare, come tutti si aspettano che accada, potrebbe anche essere che il parco si allarghi fino al fiume Oglio. MTM