È stata inaugurata lo scorso 1° maggio, presso il C.P.I.A. DI Chiari, in occasione della festa dei lavoratori, la mostra pittorica dal titolo “Nell’arte: libertà”.

Lorenza Cadei e Sergio Piva espongono i loro lavori presso il Centro Provinciale Istruzione per gli Adulti di Chiari di piazza Martiri della Libertà 22, fino alla fine di giugno, da lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 21:00 ed il sabato con orario 9:00 – 17:00

Sergio Piva e Lorenza Cadei, due stili diversi, due modi differenti di vedere la realtà, ma che hanno in comune l’espressione della libertà. L’arte, infatti, concede a chiunque la massima espressione: la tecnica, i colori, lo stile personale, la fantasia i temi scelti; combinando insieme questi elementi l’autore ha la possibilità di spaziare nell’infinito rappresentando il tutto ed il niente.

Sergio Piva, rovatese ed ex docente di lettere in pensione, ha da sempre la passione per la pittura alla quale si dedica ormai a tempo pieno; utilizza colori con la tecnica materica applicando strati su strati che danno al quadro l’effetto rilievo. Le sue opere non vanno solo viste, ma toccate; solo così l’osservatore potrà percepirne e coglierne appieno il significato.

«Le nostre tele – spiega Piva – rappresentano una forma di indagine su quello che definiamo come reale, che in realtà è una interpretazione dell’essere umano attraverso tecniche diverse, che possono apparire alternative, ed invece utilizzano la stessa materia. In tutte le opere ci sono tre elementi base: la materia, la forma e il segno, essenziali in ogni rappresentazione per la sua definizione. In tutte sono presenti forme della materia diverse».

L’arte di Sergio si esprime con una visione circolare perché l’autore pone un limite; può così conoscere quello che c’è all’interno della circolarità e ciò che è fuori. Fuori dal limite c’è l’indefinito e la possibilità di estendere. All’interno si ha la forma conoscibile definita grazie ad un segno, che vuole essere un suggerimento di interpretazione della realtà da parte dell’osservatore.

Lorenza Cadei, della realtà, ama dipingere i paesaggi da lei definiti “paesaggi dell’interno”, che si basano quasi tutti su scatti fotografici fatti dall’autrice, ma rivisti con una dimensione interiore. Non rappresentano quindi solo ambienti naturali, ma quello che uno prova quando li vede. Un mondo reale rivisitato alla luce delle emozioni del momento in cui l’artista le rappresenta. I colori prevalenti sono scuri perché l’autrice si dice sempre malinconica.

Lorenza, nella vita, lavora nel campo della salute mentale come psichiatra e ritiene che tutte le emozioni debbano avere dignità, anche quelle negative; è quindi importante rappresentarle perché, anche queste, fanno parte della vita e dell’essere umano. «Un “lato oscuro” – dice l’artista – che esiste in ciascuno di noi e che è generalmente poco raffigurato. Amo molto il contrasto tra i chiari e gli scuri e la rappresentazione della natura, perché in essa ci si può ritrovare ed esprime sempre un di più rispetto a quello che si vede. Il contrasto, inoltre, è ciò che definisce la realtà, che genera in noi una percezione, quindi delle emozioni».

Lorenza, dal punto di vista artistico, dipinge da sempre utilizzando diverse tecniche; dall’età di 16 anni ha frequentato il “Centro Artistico e Culturale di Palazzolo sull’Oglio Scuola d’Arte Aldo Kupfer” ed è un’allieva del maestro Primo Formenti. «Ho iniziato a dipingere per passione e, pian piano, col tempo, sono arrivata a trovare il mio stile e la mia linea pittorica. Sono tutti dipinti su tela e solo due su legno. I paesaggi che ho rappresentato sono quelli del nostro territorio, tranne due».

Nonostante la differenza di stile, le opere di entrambi gli artisti si presentano come un percorso di espressione della libertà, caratterizzato da una certa continuità cromatica nelle tonalità e nei colori utilizzati.

Emanuele Lopez