Giornalista e ambientalista, originario di Desenzano, Simone Mazzata aveva fatto carriera all’interno di Cogeme, di cui era diventato anche segretario generale. Poi, dopo aver troncato i rapporti con l’azienda, si era trasferito a Castelvetro Piacentino.

Da ambientalista convinto quale era, Simone ha promosso numerose iniziative legate all’ambiente: tanto pe citare ricordiamo la campagna di salvataggio Nonna Quercia, la pianta secolare sul piacentino. Per diversi anni è stato manche consigliere della Fondazione Castello di Padernello.

A Simone Mazzata, che si è spento nel 2019, all’età di soli 54 anni, è dedicato un bosco, che non a caso è stato chiamato «Il bosco di Simone», che nascerà, anzi sta già nascendo a Borgo San Giacomo, a ridosso dell’antico limes romano, quello che da un lato porta alla cascina dei Castelletti e dall’altra al ponte San Vigilio.

Nell’ambito del progetto «Un albero in più», il bosco dovrebbe contenere 5.500 alberi, praticamente uno per ogni abitante del paese. Numero, questo, che farebbe di Borgo San Giacomo uno dei Comuni più verdi della Bassa. Un Comune green, insomma, nel quale si può respirare a pieni polmoni aria pulita.

La storia di questo polmone verde parte da lontano. Il progetto, infatti, era stato presentato ai tempi della pandemia, nel settembre del 2020, quando il Comune di Borgo San Giacomo e la Fondazione Castello di Padernello avevano sottoscritto un accordo che, nell’arco di 5 anni, prevedeva la piantumazione di migliaia di alberi (come abbiamo detto, 5.500 alberi: uno per ogni abitante).

Dopo la firma dell’accordo, il bosco aveva ben presto mosso i primi passi. Nella primavera dell’anno successivo, anche grazie a Riccardo Canini, il sindaco di Dello che aveva donato 250 essenze autoctone (pioppi ed olmi, per intenderci), il polmone verde ha iniziato a prendere forma. Anche perché nel giro di poche settimane quelle prime 250 piante sono diventate 500.

Così, nel segno di un antico detto («Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce), pian piano, un poco alla volta, senza tano clamore, anche grazie al contributo degli studenti del capoluogo e delle frazioni, che hanno piantumato alcune essenze, il «Bosco di Simone» sta diventando una bella realtà. Una realtà che sarà a disposizione dell’intera comunità. MTM