Una storia lunga 50 anni, attraversata da successi e soddisfazioni, scalfita da qualche contrasto al suo interno come del resto accade in ogni buona famiglia che si rispetti, ma sempre sulla cresta dell’onda: avrete capito sicuramente che ci riferiamo al Café di Piöcc, la compagnia dialettale monteclarense che in questo 2020 raggiunge il mezzo secolo di attività confermandosi come una delle più longeve di tutta la provincia. Di quei piionieri degli anni Settanta non rimane che Peppino Mura, anima tutelare e “comandante” senza paura della “nave” che è riuscito a guidare sempre in porto nonostante i tanti ricambi susseguitisi nel corso del tempo. E per festeggiarsi, ché in tempi di Coronavirus e quant’altro Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno, ecco nelle scorse settimane al Teatro Bonoris di Montichiari uno spettacolo da tutto esaurito con il quale l’allegra combriccola si è messa nuovamente in gioco per regalare al suo affezionato pubblico un paio d’ore tra risate e riflessione. Non era, lo diciamo subito, la classica commedia che pure i componenti del Café hanno sempre saputo infarcire di senso ed impegno: con “Sipario! Che fadiga fa teatro” l’obiettivo era quello di portare sul palco il dietro le quinte, tutto quel frettoloso e isterico mondo che si produce in vista della rappresentazione e che molti ignorano o conoscono a malapena. L’impresa non era delle più semplici e bene ha fatto Manuela Danieli, regista da 35 anni del gruppo (auguri anche a lei, dunque), a mettersi alla prova: depurato da certi ritmi un poco lenti, l’evento si è fatto apprezzare per la recitazione e la capacità di tenere la scena dei vari protagonisti che hanno calcato il palco, tra monaci che ripassano la parte, registi impegnati alle prese con avances mal tollerate e donne sull’orlo di una crisi di nervi. Accade poi che le quinte vengano addobbate per errore di viola, il colore che notoriamente non porta bene nel mondo dello spettacolo, episodio che getta nel panico l’intero cast. Si palesano, poi, attori rodati ma ormai sul viale del tramonto ed altri che puntano ad entrare nell’Olimpo dei grandi, tra sarte indaffarate a concludere gli ultimi rammendi, donne delle pulizie un po’ troppo ciarliere e fonici alle prese con tormentoni da ripetere a pappagallo. Tutto ciò si snoda sotto l’occhio sornione, ma vigile del direttore artistico impersonato dal novantenne Peppino Mura a cui spetta ripetere, quasi come un mantra, la difesa d’ufficio degli attori. Lo spettacolo si snoda offrendo colpi di scena con abili caratteristi che “popolano” il brulicante universo dietro il sipario. Un bel modo per metterci la faccia, a 50 anni esatti da quando tutto ha avuto inizio, ma non c’è tempo per cullarsi sugli allori: la compagnia monteclarense è infatti già attesa il 21 marzo a Borgosatollo per portare in scena lo spettacolo, mentre il 4 aprile sarà protagonista della manifestazione “Us da le as” e ulteriori iniziative si profilano all’orizzonte in un anno impegnativo che darà l’ulteriore giusta carica di entusiasmo per contrastare la….fadiga de fa teatro!

Federico Migliorati