Quanti si saranno posti questo interrogativo e chissà quali risposte ognuno di noi ha trovato o sta ancora cercando nel desiderio legittimo di trovare la chiave del proprio successo e della felicità sul lavoro come nella vita affettiva. Cosa sia il successo è un costrutto soggettivo nel senso che è fortemente collegato alle aspirazioni personali, agli obiettivi che uno si pone, piccoli grandi che siano. Dal mio punto di vista il successo si coniuga con il verbo riuscire: soddisfare cioè i bisogni profondi, naturali che accomunano sia gli uomini che le donne. Bisogni di appartenenza, di realizzazione, di individualizzazione, di affermazione e di crescita soddisfatti i quali possiamo veramente sentire di toccare il cielo con un dito! Il riuscire non è tanto per fare o per dimostrare, ma è l’espressione più vera della nostra capacità di esprimere noi stessi, le nostre potenzialità in qualcosa che sentiamo nostro e non di altri. Detta così sembra cosa semplice! Capita, infatti, di incontrare persone in corsa perenne per realizzare grandi imprese che però non sentono loro con un enorme dispendio di risorse fisiche, emotive,mentali ed economiche. Oppure persone che agiscono come se fossero spinte da un impulso a dover fare, a dover sforzarsi a tutti i costi, a sacrificarsi perché convinte che questo sia il loro destino; un destino, però, deprivato della gioia e della soddisfazione gratificanti di fare ciò che piace e per cui si è tagliati. Persone a cui non è stato permesso di esplorare le proprie inclinazioni, di capire i propri talenti, passioni, interessi; persone a cui è stato tolto cioè il piacere di sognare ad occhi aperti. E allora per raggiungere i propri obiettivi ed avere successo nella vita suggerisco di seguire 4 direzioni: 1) cominciare a sognare: che lavoro fare, cosa ci piacerebbe raggiungere sentendo il sogno non con la testa ma con la pancia, con le sensazioni e le emozioni che fa vibrare dentro il nostro corpo nel momento in cui ci diamo questa possibilità di fantasticare. E’ il momento più spontaneo, più creativo e più bello che possiamo permetterci di vivere perché ha a che fare con la parte più bambina e naturale di noi; 2) progettare: è la parte progettuale, concreta in cui verificare la fattibilità dell’idea che abbiamo fatto nascere dentro di noi. In questa fase è necessaria una capacità adulta di valutazione realistica e obiettiva di quello che serve per concretizzare il sogno sia in termini di risorse interne che esterne; 3) scomporre il progetto in piccole tappe; lo scomporre in piccole tappe consente di vedere più da vicino il progetto e toccarlo con mano godendo dei piccoli passi;4) gioire dei risultati raggiunti: sembra scontato ma non lo è! Ogni azione con il suo risultato deve essere festeggiata, celebrata come momento importante, tappa del viaggio verso il proprio successo. Darsi riconoscimenti non è vanagloria né celebrazione di sé, bensì darsi il merito di riconoscere a se stessi l’impegno per quello che si è realizzato e dedicare del tempo per gustare e metabolizzare il risultato. Ognuna di queste fasi non è scevra di impedimenti, di difficoltà, ma se permettiamo a noi stessi di valorizzare le nostre inclinazioni, di poter riuscire, di sbagliare e di riprovare, di progettare il nostro destino, di provare piacere nel fare e darsi riconoscimenti a prescindere dal risultato finale, di gioire di ciò che si è oltre che di ciò che si fa, vivremo la vita nella sua pienezza e forse potremo veramente scoprire che l’obiettivo del sentirsi  felici è più vicino di quanto si creda!