Al Don Milani il primo giorno di scuola “è stato particolarmente sentito quest’anno, al pensiero di riaprire finalmente le porte del nostro Istituto, riferimento certo di ogni studente per la costruzione di relazioni, la crescita culturale e formativa e la preparazione alla vita” spiega la dirigente Claudia Covri.Lunedì 13 settembre è stata lei ad accogliere tutti gli alunni delle classi prime e i loro genitori nel giardino della scuola di via Marconi. Dopo la cerimonia di saluto della preside, i ragazzi si sono recati nelle loro aule accompagnati dai propri docenti.Gli studenti in queste settimane entrano a scuola scaglionati in due turni – il primo alle 8, il secondo alle 9.50 – osservando la precisa normativa anti-Covid già in vigore lo scorso anno scolastico. Oltre 1850 è il numero complessivo degli alunni, suddivisi in 94 classi, 12 delle quali – grazie a un accordo di locazione stipulato fra Parrocchia e Provincia – sono dislocate al Centro Giovanile di via Martiri della Libertà, dal momento che i tre plessi tradizionali non bastavano e il quarto attualmente in costruzione sarà a disposizione solo nel settembre 2022.“Dopo due anni scolastici ‘interrotti’ dall’emergenza sanitaria – sottolinea la preside – abbiamo tutti compreso il valore della presenza a scuola, delle interazioni sociali, delle lezioni in laboratorio, di un’uscita sul territorio, di una partita in palestra, tutte attività indispensabili per promuovere lo sviluppo integrale – sul piano cognitivo, sociale, affettivo – della personalità di ogni studente”.Secondo Covri “la ripresa è complessa e serve grande collaborazione da parte di tutti, nel rigoroso rispetto delle regole, perché il modello si poggia su un equilibrio che è tanto più precario quanto più le ignoriamo”.La dirigente del Don Milani conclude facendo proprio l’appello del ministro Bianchi ai giovani: “Un lavoro di squadra richiama tutti alla propria parte di responsabilità. Ognuna e ognuno può fare qualcosa, può dare il proprio contributo. Vaccinarsi è il modo per mettere in sicurezza noi stessi e gli altri, un atto di responsabilità collettiva, un gesto di solidarietà”.