Curiùza pès de ‘na betò-nega – curiosa peggio di una betonica.
Tagliente modo di dire che soprattutto una volta si sentiva dire nei luoghi dove le donne si aggregavano per chiacchierare – fare filòss sull’uscio di casa le sere d’estate, nele ére delle cascine; nelle varie botéghe a fare la spesa (bechér, frötaröl, fornér, ecc..); in coda dal siòr dutur, dalla pettinatrice, alla S.Messa; ma pure gli uomini, all’osteria, söi cantù dela piassa, ‘n posta a ciapà la pensiù.
Non avendo quasi nessuno il telefono in casa, l’unico modo per comunicare era farlo di persona, approfittando di ogni occasione.
La betonica infatti è una pianta alla quale venivano attribuiti poteri contrastanti: qualcuno la riteneva portatrice di poteri benefici, altri pensavano possedesse invece poteri malefici, perfino che fosse velenosa.
Ed è proprio in questa versione che si adatta meglio al paragone con quelle donne che andavano in giro a divulgare maldicenze, quindi veleni, oppure a riferire cose che dovevano essere taciute.
Le occasioni non mancavano, anzi, era uno dei pochi modi per evadere un po’ dalla realtà quotidiana spesso difficile. C’erano e ci sono per fortuna anche pettegolezzi più benevoli, chiacchiere passatempo per riportare qualche notizia curiosa o piccante, ma all’acqua di rose!
La grande differenza tra anni fa e il presente è che una volta ci si parlava di persona: le espressioni del viso, l’into-nazione della voce, i sorrisi maliziosi, gli sguardi furtivi o misteriosi.
In molti casi erano vere e proprie rappresentazioni teatrali tragi-comiche!
Da qualche anno invece in troppi si divertono a sparare sentenze, giudizi o peggio insulti, a volte davvero molto pesanti e inaccettabili, solo sui social: meschino non metterci la faccia!
In questo periodo rabbia, preoccupazione, incertezze, sembrano dare diritto a chiunque di offendere gratuitamente anche chi scrive post educati.
Amici solo di nome, mai conosciuti se non tramite uno schermo, forti appunto di questo, si permettono ciò che dal vivo non avrebbero probabilmente il coraggio di esprimere.
Se i destinatari di certe offese sono persone dal carattere forte, al limite li mandano più o meno pesantemente a quel paese, ma in persone fragili invece creano un senso di inadeguatezza e inferiorità pericolose, che in alcuni casi hanno portato perfino a gesti estremi.
Bisogna davvero prendere un po’ le distanze dai social e se adesso non ci si può spostare, preferire una telefonata, che non esclude pettegolezzi!
Ornella Olfi