Una ragazza solare, piena di vita, dal sorriso contagioso, impegnata da sempre in svariate attività civiche e progetti solidali, generosa, appassionata del suo lavoro di logopedista e della montagna, che amava da sempre percorrere, quella stessa montagna che l’ha, invece, tradita nel pieno della sua esistenza, lasciando l’intera Comunità sconvolta e attonita. È questo indimenticabile ricordo che resterà di Ilaria Magli, la giovane monteclarense che ha perso la vita sabato 13 agosto in un tragico incidente nella zona di Passo Ignaga in Valcamonica, dopo una caduta accidentale mentre stava percorrendo, insieme al fratello, il sentiero numero 1 dell’Adamello, quello che dal rifugio Franco e Maria porta al Lissone e alla Val Adamé, a quota 2.500 metri. Un tratto nemmeno troppo complesso rispetto a quanto era solita affrontare Ilaria, esperta escursionista, ma sul quale la 30enne ha messo un piede in fallo cadendo rovinosamente nel vuoto per 200 metri. Nonostante l’allarme, attivato immediatamente dal fratello che si trovava con lei e che impotente ha dovuto assistere alla disgrazia, e l’arrivo tempestivo sul posto dell’elisoccorso di Sondrio e delle squadre del Soccorso Alpino della stazione Media Valle Camonica, nulla è stato possibile fare se non recuperare il corpo della povera ragazza e costatarne la morte. Al diffondersi della notizia, l’intera Montichiari è rimasta attonita, gelata da una tragedia troppo grande da accettare e quasi impossibile da comprendere. Ilaria, molto conosciuta e benvoluta in paese, aveva prestato attività volontaria nella Consulta Giovani Montichiari, era stata fra le organizzatrici della Color Run, era collaboratrice attiva della Cooperativa “L’Alveare”, alla quale il fidanzato Marcello e la famiglia hanno chiesto di devolvere offerte in suo ricordo. Durante la cerimonia funebre, il martedì successivo alla disgrazia, in un duomo gremito da monteclarensi giunti a darle l’ultimo saluto, Padre Paolo Tortelli, il parroco di Borgosotto, frazione dalla quale Ilaria proveniva e Monsignor Abate Cesare Cancarini si sono uniti in una celebrazione toccante che non ha lasciato indifferenti i presenti per le parole di dolore e speranza. Al fianco del feretro, nel silenzio surreale, i militi della Croce Bianca (realtà di cui è volontario attivo il padre Severino) a farle quasi da difesa. «Una settimana fa non avremmo mai immaginato di trovarci oggi qui a chiederci perché la nostra sorella sia giunta al termine della sua vita così presto – ha sottolineato Padre Paolo – Ilaria ha interrotto il suo cammino forse sul più bello ma forse il bello che cercava lo ha trovato nell’abbraccio del Signore. Avvertiamo un dolore lancinante, adesso, ma dobbiamo credere che ora, come sulle montagne, Ilaria ride per sempre» «Dopo l’istante di spavento, perché la morte è solo un istante – ha aggiunto Monsignor Cancarini – Ilaria è caduta nelle braccia del Signore. Lei non è in queste quattro assi. Piangeremo perché ci amiamo ma lei ci dice ancora “Se mi ami non piangere” “Se mi ami, voglio che tu viva la vita con pienezza”» 

Marzia Borzi