L’emergenza coronavirus ha costretto lavoratori e studenti a stare a casa ed è nata la necessità di trasformare le attività lavorative e scolastiche classiche in qualcosa di più “smart”.

Non sempre è possibile decentrare e adattare il lavoro alle esigenze del lavoratore, mentre sembrerebbe più semplice strutturare in maniera remota l’istruzione.

Le difficoltà invece sono state tante, perché è mancata la guida omogenea delle Istituzioni. Le scuole, gli insegnanti e gli studenti sono stati lasciati alla loro iniziativa personale.

Molte aziende avevano già informazioni sulla possibilità o meno di fare smart working al loro interno, dato che era una necessità sentita ormai da qualche anno. Per il settore dell’Istruzione invece è stato un approccio cominciato da zero. Gli strumenti a disposizione sono tanti e le società proprietarie dei servizi hanno concesso l’accesso gratuito alle loro piattaforme, ma scegliere un servizio piuttosto che un altro, una modalità di condivisione piuttosto che una attività di video conferenza normalmente richiederebbe test e pianificazione. Le emergenze però richiedono reazioni veloci.

E senza una guida efficace, competente e comune, le scuole sono andate dove le conoscenze interne suggerivano.

I tre strumenti di videoconferenza più utilizzati sono stati Zoom, Google Meet e Microsoft Teams. 

Sono piattaforme più o meno complete, con funzionalità avanzate per la gestione di aule e corsi. Ma adattarsi a questi nuovi strumenti non è stato facile in quanto è la didattica che ha dovuto modificarsi sostanzialmente.

Basta pensare che alcuni insegnanti hanno escluso la possibilità di fare lezioni a distanza in quanto “non previsto dal loro contratto di lavoro” per capire quanto complesso deve essere stato affrontare la situazione. Per fortuna gli insegnanti che invece hanno avuto l’intel-ligenza di affrontare la situazione come un ulteriore stimolo sono stati tanti e la scuola, pur nella crisi, ha fatto nel suo complesso una esperienza importante.

In questa situazione alcune scuole si sono trovate a fare un balzo non solo tecnologico, ma anche di mentalità, che tante aziende ancora non sono riuscite a fare.

Si spera che una volta ritornata una base di normalità questa esperienza non vada persa. Gli studenti hanno capito quali sono i lati positivi di un insegnamento a distanza e quali erano i lati positivi di un insegnamento “in presenza”, che magari prima non consideravano. Lo stesso è successo agli insegnanti e ai Dirigenti scolastici. Per questo a tutti loro faccio i complimenti per i risultati ottenuti. Alla ripresa della scuola cerchino di prendersi un momento per esaminare tutto quello che è successo e costruiscano una scuola nuova, più moderna e con i lati positivi che questa esperienza ha insegnato. Se riterranno opportuno farsi affiancare da un professionista che possa aiutarli, mi troveranno sempre disponibile. Se avete quesiti da porre oppure volete informazioni relative all’argomento potete scrivere a: roberto@felter.it

Appoggiarsi ad un consulente informatico semplifica ogni operazione ed evita problemi: 

Roberto Felter

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