Egregio Direttore,

ritorna di attualità la vicenda del tempio crematorio, dopo la rinuncia definitiva dell’amministrazione comunale di Quinzano d’Oglio di attuare il provvedimento di costruzione che era già stato deciso dalla precedente giunta guidata dall’allora lungimirante sindaco Andrea Soregaroli, prematuramente scomparso quest’anno. Dopo il “gran rifiuto” di Quinzano, Manerbio non poteva che cogliere l’occasione per avere l’unico Tempio Crematorio della Bassa Bresciana, e bene ha fatto quindi il vice sindaco Giandomenico Preti a sostenere il progetto in forma associata con quei comuni che avevano già aderito inizialmente, consapevoli tutti che questo servizio, territorialmente parlando, è molto importante, vista la continua ed incessante richiesta dei cittadini per la cremazione dei loro cari. Spero che la nostra Amministrazione abbia il coraggio di decidere per la sua realizzazione, contro i soliti gruppi di personaggi locali abituati a contrastare qualsiasi insediamento nel nostro paese, come già in passato avevano detto no al Grande Macello, no al Polo Logistico, no alla Clinica Privata. Di queste grandi opere non se ne fece più niente, ma nel nostro caso, l’Amministrazione manerbiese, avendo le concessioni in regola, dovrebbe avere il polso fermo e non assecondare questi signori del no, come aveva concesso loro in passato con il Centro Aperto per anziani e col prolungamento delle piste ciclabili di via Moretto. La possibilità di essere cremati dopo la morte è un diritto del cittadino ed una sua libera scelta in vita, nel pieno rispetto dei sentimenti religiosi di ciascuno, dato il beneplacito anche della Chiesa, purché non avvenga per ragioni contrarie alla Dottrina cristiana. La cremazione è riconosciuta e regolata dalla Legge 130 dello Stato italiano come servizio pubblico. È quindi necessario offrire anche agli abitanti della pianura un servizio alternativo alla tradizionale tumulazione, senza code e lungaggini come avviene da tempo per i Templi di Brescia e Cremona. In tempi di crisi sarebbe l’unico modo per non far soffrire doppiamente i parenti dei defunti, distrutti dalle perdite familiari e contemporaneamente spremuti da pesanti esborsi per funerali, loculi, tombe e monumenti. Considerando quanto avviene nei Comuni della provincia, costretti alla ricerca di sempre nuovi spazi per espandere i cimiteri, con la cremazione si risolverebbero almeno in parte questi problemi, oltre a quelli igienici e sanitari, con salme intatte dopo tanti anni e da interrare per ulteriori tre anni. Soluzione auspicabile, dunque, tanto più che i templi delle città vicine, attualmente riescono a restituire le ceneri solo dopo lunghe attese o rifiutano indirizzando le salme addirittura verso altre regioni. Come abbiamo detto, l’arrivo dell’impianto sta però causando malumori a Manerbio, in senso ambientalistico, da parte di chi non vede di buon occhio un nuovo “inceneritore”, ma da questo lato potrebbero star sicuri perché naturalmente il Tempio sarebbe realizzato seguendo le più recenti norme sulla sicurezza, senza alcun pericolo per l’ambiente.

Luigi Andoni