Novembre è ormai il mese del Manerbio Jazz Festival, organizzato dalla Civica Associazione Musicale “S. Cecilia” in collaborazione con il Comune e con l’Associazione Bande Musicali Bresciane. Anche quest’anno, i manerbiesi hanno goduto di tre serate musicali di notevole spessore. In particolare, il 10 novembre, il Teatro Politeama ha ospitato “Storyville Story”, un concerto di Mauro Ottolini e Fabrizio Bosso, con la partecipazione di Vanessa Tagliabue Yorke, una delle maggiori interpreti del genere. Al sousaphone c’era Glauco Benedetti, al pianoforte Giulio Scaramella e alla batteria Paolo Mappa. 

Il titolo della serata richiamava Storyville, il quartiere di New Orleans che, nella prima metà del Novecento, fu famoso per i suoi locali notturni, i suoi caffè, le sue bische e i suoi bordelli… ma anche per la sua grande musica. Era qui che si poteva ascoltare il jazz dei maggiori trombettisti e pianisti. Perciò, Bosso e Ottolini hanno scelto una selezione di brani legati alla storia di New Orleans e di questo quartiere. Di cosa parlavano? Di musica, ovviamente, ma anche di amore, denaro mancante e gioco d’azzardo, dipingendo un vivace affresco sociale. Questo richiamo a un genere ormai “storico” si accompagnava alla ricerca di un jazz “delle origini”, profondamente corale e quasi primordiale nella sua intensità. D’altronde, vicende scottanti come quelle a cui abbiamo accennato non possono essere narrate in punta di forchetta. Hanno bisogno di forza, di ruvidezza anche… ma di una ruvidezza non priva d’ingegno. 

Sono stati eseguiti brani di W.C. Handy (1873 – 1958), noto come “il padre del blues”, genere imparentato col jazz. La sua opera influenzò anche compositori europei come Maurice Ravel. Suo è il celebre “Memphis Blues”, che fu campione d’incassi.

“Si tu vois ma mère”, invece, era di Sidney Bechet (1897-1959): una canzone d’amore filiale e nostalgia.

Ovviamente, non sono mancati omaggi a Lil Hardin (1898-1971), nota come “moglie di Louis Armstrong”, quando invece andrebbe ricordata come pianista e compositrice di talento, nonché artefice della musica del marito.

“Do You Know What It Means to Miss New Orleans” è famosa per l’esecuzione fattane da Louis Armstrong (1901-1971) e Billie Holiday (1915-1959). Per la serata manerbiese, era stata arrangiata proprio da Vanessa Tagliabue Yorke, “la principessa del jazz”. 

Certamente, però, la storia che ha fatto più sorridere e commuovere dev’essere stata quella raccontata da “Aunt Hagar’s Blues”, altra composizione di Handy. Il vecchio diacono Splivin non permette ai ragazzini di suonare i loro amati brani blues in chiesa. Allora, questa matura signora devota cosa fa? Prende le loro difese, perché la “musica del diavolo” le ha restituito il benedetto piacere di ballare e provare la gioia di vivere. Credo non ci siano parole migliori per riassumere questa serata.