Ho seguito con attenzione il dibattito di queste settimane e letto l’articolo comparso su un settimanale locale lo scorso 18.08.2023 relativo al permesso concesso a Finchimica Spa di produrre il nuovo funghicida AM29.
Premetto che le motivazioni secondo cui di tale prodotto sia vietato l’uso nel nostro Paese, mentre sia possibile avviare cicli di produzione, non è materia che conosco.
Quello che invece comprendo e condivido è la legittimità per cui un Sindaco, nella fattispecie Cristina Tedaldi, prima cittadina di Leno, si inserisca nella questione ponendo l’accento sulla sicurezza, sulle ricadute in termini di salute e di tutela dell’ambiente che un eventuale incidente potrebbe determinare.
Difficile accettare una risposta quale quella espressa dall’azienda chimica direttamente interessata e presente a Manerbio dalla fine degli anni ’70, risposta che “teoricamente” dovrebbe agevolare l’assunzione consapevole di decisioni da parte dei Cittadini coerentemente con la trasparenza, presupposto cardine del “Codice etico” redatto e pubblicato sul suo stesso sito, mentre di fatto scarica ogni responsabilità sulla Protezione Civile.
È certamente compito della Protezione Civile, infatti, prendere atto, analizzare e progettare piani di evacuazione, così come attivare tutte quelle procedure che però hanno un’unica caratteristica comune: essere “post”, ossia essere azioni messe in atte ad incidente avvenuto.
Ma ciò che i cittadini come me chiedono non è certo l’incidente, quanto piuttosto la conoscenza a monte, il sapere cosa potrebbe verificarsi e potenzialmente accadere loro. Ne hanno titolo, ne hanno diritto. Consultare il sito della Prefettura per raccogliere parziali indicazioni è cosa assai diversa e ben lontana da un processo partecipato capace di guidare ogni soggetto alla consapevolezza piena.
Il Comune di Manerbio fa bene a riporre, mosso da rispetto istituzionale, fiducia in ARPA e ASST, ma sbaglia a non porre le domande corrette: sbaglia perché assume il tratto del burocrate e non il coraggio di colui che è chiamato a rappresentare e a decidere per la collettività.
Il “principio di precauzione” a cui tanto si appella viene così, a mio avviso, miseramente tradito.
In tali ambiti di intervento amministrativo, un coordinamento tra Comuni permetterebbe loro di assumere un ruolo attivo e non notarile.
Agostino Galuppini