Sono partiti gli accertamenti delle Forze dell’Ordine dopo alcune segnalazioni provenienti da cittadini manerbiesi su un locale nel centro della città. 

Un bordello vero e proprio con tanto di madama e clienti. Il business della prostituzione è senza dubbio una costante della vita economica di una comunità. una vera e propria schiavitù, dove donne, spesso giovanissime, sono costrette a vendere il proprio corpo per assecondare i piaceri di avventori senza scrupoli e di aguzzini altrettanto disumani. 

Il luogo, sito appunto nel centro storico di Manerbio, è stato nel corso del tempo occasione di un ampio via vai di soggetti, tale da insospettire passanti e residenti e far scattare le indagini dei Carabinieri. 

Le Forze dell’Ordine dunque, presa in carico la segnalazione, hanno iniziato ad indagare su questo luogo del mistero. 

Grazie ad una serie di appostamenti e di turni d’osservazione i militari sono riusciti a carpire alcuni avventori appena usciti dal-l’esercizio che, interpellati, hanno spiegato in che modo si concretizzava l’attività svolta in questo bordello “fai da te”. L’organizzazione di questo luogo dello sfruttamento ricalcava quella di strutture ad essa simili: c’era una donna, la più anziana, che teneva i conti ed i contatti con i clienti ed infine una seconda, molto giovane, che invece fungeva da strumento per alimentare questo business morboso. Le donne, entrambe cinesi, sono poi state scoperte essere sprovviste di un permesso di soggiorno e dunque trasferite presso un centro per l’identificazione e l’espatrio per essere riportate nel loro paese. 

Agghiacciante anche il ritrovamento di moltissimi preservativi e di mazzette di denaro, sinonimo inequivocabile di quanto sospettato dalle Forze dell’Ordine. 

Denunciati, oltre alla madama, anche l’intestatario del contratto di locazione, un cinese residente a Milano, ambo con l’accusa di sfruttamento della prostituzione ed il locatore del locale, un italiano, accusato di favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. 

L.L.