L’emergenza Covid ha messo in evidenza che, in Italia, il pallone è più importante di tante altre cose. Della scuola, ad esempio. Siamo infatti convinti che se i nostri governanti (speriamo che alla Azzolina e al suo fido Arcuri fischino le orecchie) avessero tenuto in considerazione la scuola come hanno tenuto in considerazione il mondo del pallone, l’inizio dell’anno scolastico non sarebbe stato così catastrofico come invece è stato.

L’emergenza Covid, inoltre, ha messo in evidenza che, in Italia, non tutti i palloni sono uguali: ci sono palloni e palloni, ed alcuni sono più uguali degli altri, tipo gli animali della celeberrima fattoria. Pare che la considerazione dei nostri governanti, infatti, e in verità non solo la loro, sia rivolta soprattutto al pallone rotondo (e non, ad esempio, o comunque, in modo minore, a quello ovale).

Di più: pare che anche tra i palloni rotondi ci siano delle gerarchie. La pallavolo e la pallamano, ad esempio, usano il pallone rotondo, ma (quasi) nessuno se le fila, o comunque se le filano meno, molto meno del calcio. Questione di soldi, dicono. E’ vero. Ciò non toglie che, anche e soprattutto nell’emergenza Covid, alcuni sport sembrano essere relegati al ruolo di Cenerentola, figli di un dio minore rispetto a sua maestà il calcio.

E’ un peccato, perché la pallavolo (e la pallamano, e il rugby) non hanno certo meno importanza e valenza educativa del calcio.

A Manerbio, ad esempio, c’è l’Asd Manerbio, che, al pari di tutte le altre società di pallavolo, sta navigando in mezzo a tante difficoltà, cercando di trovare una via d’uscita ai vincoli imposti dal virus. 

Ma, questa almeno è l’impressione, tutto questo «non appare», perché sono tutti proiettati sul calcio, sul presidente del Napoli che è positivo e sull’esame di italiano taroccato di Suarez. E’ un peccato, perché questo sport, ci riferiamo anche e soprattutto alla pallavolo, ci ha sempre dato un sacco i soddisfazioni, anche a livello internazionale.

«Tutte le nostre squadre hanno iniziato gli allenamenti in mezzo a tante difficoltà e soprattutto incertezze – riferisce Lorenzo Zappamiglio, socio e allenatore dell’Asd Manerbio -. Stiamo aspettando il protocollo del Comune per essere in regola con “le norme del concorso”. 

Nessun campionato inizierà prima di metà novembre: speriamo vada tutto bene, ma il trend generale, quello delle scuole, mi fa pensar male. La mia personalissima opinione è che le federazioni sportive avrebbero dovuto accorciare la stagione agonistica rimandandola al prossimo gennaio, febbraio, per capire gli effetti dell’impatto scuola, a cascata, sullo sport a livello giovanile, cosa fisiologica, a mio parere. Ma, per ora, non è così».

MT Marchioni