Persa la battaglia, non rimane che impegnasi per vincere la guerra. La guerra al gioco d’azzardo.

Sul precedente numero di Paese Mio abbiamo detto che, a maggioranza, il consiglio comunale di Manerbio aveva approvato un’ordinanza relativa al regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo (quello lecito, of course).

Un’ordinanza fatta non per vietare il gioco d’azzardo, ma più semplicemente per dare un segnale di una situazione di fragilità. «Con questo tipo di provvedimento analogo a quelli adottati a Bergamo, Mantova e Cremona – aveva detto il sindaco -, speriamo di poter ottenere anche noi risultati utili, limitando l’esercizio di un attività, quella del gioco, che, pur essendo legale, rappresenta gravi profili di rischio per le fascia deboli della popolazione».

Tra le limitazioni imposte dal nuovo regolamento il divieto di nuove concessioni a una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili e il divieto di nuove concessioni a una distanza inferiore ai 100 metri da sportelli bancari, circoli e associazioni di varia natura. Soprattutto, però, l’ordinanza imponeva che le macchine restino ferme in tre precise fasce orarie: dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21.

La cosa non era piaciuta ad un gruppo di esercenti, che si era rivolto al tribunale amministrativo per chiedere la sospensione e l’an-nullamento della succitata ordinanza.

Oltre al danno e ad altre cose ancora, gli esercenti contestavano anche il fatto che sia tutto da provare il legame diretto che intercorre tra le limitazioni orarie e la dimostrazione dei fenomeni di ludopatia.

Ebbene, neanche il tempo di arrivare in tribunale che la cosa si è… risolta (positivamente per gli esercenti). Anche in considerazione dell’orientamento del Tar di Brescia, che aveva accolto il ricorso di altri esercenti di altri Comuni, Samuele Alghisi, sindaco di Manerbio, ha deciso di ritirare l’ordinanza impugnata e portata davanti al tribunale dagli esercenti. 

Diciamo che, avendo poche possibilità di vincere, il primo cittadino ha fatto retromarcia. Con la conseguenza che, per quanto riguarda il gioco d’azzardo & similia, a Manerbio tutto è tornato come prima.

Ma, come dicevamo, se la battaglia è persa, la guerra non lo è ancora.

Infatti, convinto che quanto fatto per contrastare il gioco d’azzardo sia cosa buona e giusta, Alghisi ha già annunciato che intende costituire un tavolo insieme con i Comuni bresciani sensibili a questo problema, così da poter trovare soluzioni giuridiche solide, in grado di resistere al vaglio del Tar bresciano. La questione, insomma, non è affatto chiusa.